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Fittuccia (Federalberghi): «Vogliamo aprire la Città del cioccolato all’azionariato popolare. Ognuno potrà averne una quota, anche piccola»

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | «Chiunque ha a cuore lo sviluppo di Perugia e dell’Umbria si senta sensibilizzato». E intanto il progetto del nuovo Mercato coperto prende forma: un Museo, piccoli spettacoli, la “fabbrica” del cioccolatini, Luisa Spagnoli e Cacao-city

di Marco Brunacci

PERUGIA – «La Città del cioccolato al Mercato coperto sta diventando realtà. Ma vogliamo aprire il progetto all’azionariato popolare. Chiunque, cittadino di Perugia o di altre città dell’Umbria, o chiunque ama questa città o questa regione e che capisce cosa tutto questo può significare per il suo futuro e il suo sviluppo, può mettere una quota, anche piccola, nell’ordine delle decine di euro».

Simone Fittuccia, presidente di Federalberghi Umbria, una delle “anime” dell’idea Mercato coperto-Città del cioccolato che sta, dopo anni di sterili discussioni, vedendo la nascita, fa esplodere un fuoco d’artificio dopo aver annunciato cosa dovrebbe essere – superati gli ultimi passaggi burocratici – il progetto.
Un museo del cioccolato che sarà però non solo storia. E allora ecco la possibilità di assistere a piccoli spettacoli di intrattenimento, alla possibilità di partecipare alla “fabbrica” di un cioccolatino, imparando – per quel che si può – dal meglio dei parchi Disneyland del mondo. Ecco insieme anche la specialità, il raro bonbon, con i prodotti che hanno conquistato la scena internazionale. Luisa Spagnoli e la Cacao-city.
«Non sarà un progetto calato nella città, ma vissuto da tutta la città», insiste.
«I numeri? Ci sono gli estremi per reggere bene l’impatto dei costi, pur elevati. Soprattutto se il crowdfunding che intendiamo promuovere avrà un risultato. Pensiamo che si possano incrementare in maniera rilevante i 900 mila visitatori che ogni anno Perugia attrae. Diciamo un bacino di 250-300mila turisti che possono avere nella Città del cioccolato un buon motivo per venire a visitare Perugia. Di questi, calcoliamo che almeno la metà siano turisti “nuovi”, che vengano a Perugia espressamente per il cioccolato», chiarisce Fittuccia.
Perugia è, nell’immaginario collettivo di questi anni, non solo cioccolato ma anche jazz. Ci avete pensato?
«Certamente – riparte Fittuccia – Cioccolato più popolare, jazz più di elite ma ugualmente con una grande capacità di attrazione. Se stiamo pensando di utilizzare gli spazi dell’ex cinema Turreno per essere un riferimento, per tutto l’anno, del jazz? Sì e non solo noi. Le posso dire che l’assessore che ha la responsabilità del rilancio della struttura, Margherita Scoccia, segue con molta attenzione e aspetta – conclude il presidente di Federalberghi – che la Fondazione Umbria jazz si faccia avanti».

«Addio Chicco, la tua gentilezza e il tuo fare restano» 

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