Aurora Provantini
TERNI – «E’ grave non essere riusciti a rendere omaggio a Corrado Cagli. E’ impensabile che un’opera tanto importante come i Segni dello Zodiaco resti chiusa nei magazzini di Papigno. Ed è incredibile che a San Gemini sia stato celebrato l’artista che ha attraversato da protagonista la storia del Novecento e a Terni no». Paolo Cicchini è un fiume in piena. Ma il critico d’arte che è stato anche assessore alla cultura nella giunta Ciaurro, non manda giù certe “sviste”. Aver festeggiato il restauro della fontana di piazza Tacito senza dedicare a Cagli un evento espositivo lo considera addirittura uno sgarbo. In fondo se i lavori sono durati così tanto è anche perché la Soprintendenza alle belle arti e al paesaggio dell’Umbria ha voluto che il mosaico progettato da Cagli venisse rimosso e restaurato per essere conservato in un museo. «Non in un magazzino» – insiste Cicchini. Le operazioni di distacco e consolidamento dell’opera musiva e il rifacimento della copia utilizzando i cartoni originali di Corrado Cagli, hanno portato via almeno quattro anni di tempo. La terza inaugurazione, il 29 dicembre 2021, ha dato vita al “concerto della fontana” (da ripetersi ogni 29 dicembre), allo spettacolo “Dinamo”, ma ad una mostra dedicata a Cagli no. «Il Comune di Terni non è stato capace di esporre neanche uno dei 12 segni zodiacali». San Gemini sì. San Gemini ha raccontato il periodo della Scuola Romana di Corrado Cagli e il progetto dei “Segni zodiacali”pensato per la fontana di Terni. Corrado Cagli aveva già dato la sua interpretazione dei segni zodiacali nel 1934 quando gli furono commissionati dal Comune di Terni (la prima inaugurazione avvenne nel 1936). Allora il giovane Cagli progettò una decorazione in tessere vitree. Per il secondo progetto (la seconda inaugurazione avvenne nel 1961) scelse di utilizzare tessere di materiale lapideo dando una versione completamente nuova dei segni dello zodiaco. Per il ventennale delle mostre d’arte della Giostra dell’Arme con la direzione di Piero Zannori, a Sen Gemini furono esposti i disegni che portarono alla realizzazione delle due decorazioni della fontana di piazza Tacito, quella che porta la data del 1936 e quella del 1961.
«A Terni – interviene l’architetto Danilo Pirro che sulla Fontana dello Zodiaco ha scritto un saggio – si poteva fare di più. Si poteva esporre l’originale di Cagli che è nella disponibilità del Comune». «Certo la differenza con la copia sarebbe stata troppo evidente». Pirro si riferisce alla colorazione: «Attualmente il mosaico della fontana è marrone. Non è un segreto per nessuno che la pietra naturale assorba elementi coloranti». Dall’idea di celebrare Cagli esponendo almeno uno dei dodici segni zodiacali, nasce la proposta di effettuare un esame sulle tessere che ormai sono diventate marroni «per comprendere la causa di questo fenomeno che va arrestato il prima possibile», propone Pirro.