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Motorini nell’atrio, aule senza finestre e bagni da incubo: il video-denuncia degli studenti di un liceo umbro

I rappresentanti degli alunni del “Plinio il Giovane” di Città di Castello lanciano un appello alla presidente della Provincia: «Venga a vedere in che condizioni facciamo lezione»

AL.MIN.

CITTÀ DI CASTELLO (Perugia) – Andare a scuola non può essere una avventura. Hanno filmato i luoghi dove ora temporaneamente studiano, per chiedere esplicitamente alla Provincia di velocizzare i tempi per il completamento dei lavori di ristrutturazione del loro istituto. L’appello viene lanciato dagli studenti del liceo “Plinio il Giovane” di Città di Castello, collocati in parte da settembre 2022 presso la palazzina Bini in attesa che il loro istituto venga riaperto. A fare da portavoce sono i rappresentanti degli studenti Giovanni Attala, Riccardo Balocchi, Christian Cerrini e Alessio Pagliardini.

Al momento la scuola, situata in via Diaz, è chiusa causa alcuni profondi interventi di restyling in fase di realizzazione da parte della Provincia di Perugia, ente proprietario dell’immobile. Le studentesse e gli studenti di sette classi del “Plinio” ora seguono le lezioni all’interno della palazzina, ma la situazione è tutt’altro che invitante e le criticità riscontrate all’interno e all’esterno della sede provvisoria della scuola sono palesi.

A divulgare le immagini dell’atrio, delle aule, delle scale che conducono alle classi, dei bagni e del piazzale esterno, sono stati direttamente i rappresentanti degli studenti attraverso una video indirizzato alla presidente della Provincia, Stefani Proietti, che è stato pubblicato nel canale YouTube della scuola. Il filmato è anche un modo per spronare una risposta concreta da parte delle istituzioni provinciali, dopo che una pec inviata dai rappresentanti dei genitori è rimasta lettera morta.

«Buongiorno presidente – dicono i ragazzi all’inizio del “tour” – siamo all’esterno della palazzina Bini e vogliamo inquadrare quelle che sono le criticità di questo luogo. Tramite i rappresentanti dei genitori le abbiamo già inviato una lettera ma non abbiamo ricevuto risposta. Aspettiamo che lei venga di persona a verificare».

Il giro all’interno della palazzina inizia dall’atrio: all’ingresso (la porta ha dei vetri fragili fragilissimi), proprio davanti alla “guardiola” dei collaboratori scolastici e a lato del distributore delle merendine, si notano alcune bici e addirittura un motorino: «Potrebbe perdere benzina – denunciano gli studenti – e all’interno di uno stabile con dei ragazzi può essere pericoloso».

La situazione riguardante l’accesso alle aule, non è delle migliori: le porte, infatti, si aprono al contrario contro ogni standard di sicurezza. Dentro le classi la musica non cambia: in una non ci sono finestre e l’unica fonte di luce naturale è data dai vetri di una porta antipanico, in un’altra addirittura c’è un gradino che divide a metà l’ambiente e alcuni centimetri di pavimento rialzati si trovano proprio davanti all’uscita di emergenza. Lungo le scale ci sono ingressi larghi 99 centimetri e i gradini raggiungono i 23 centimetri di altezza.

I bagni sono letteralmente da incubo, con una strettoia che conduce al water, con lo scarico posizionato in alto, i lavandini sono piccoli e il vetro dello specchio mostra tutti i segni dell’età. Per non parlare della puzza, impercettibile da video ma molto forte in presenza.

Altra situazione al limite anche all’esterno della scuola: nel cortile una buca che dà l’idea di essere un tombino è coperta alla bell’e meglio con due assi di legno instabili e la scala di emergenza esterna è totalmente assente.

Dai ragazzi arriva l’ennesimo appello alla presidente Proietti: «Le rinnoviamo l’invito a farci visita soprattutto in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico – concludono gli studenti – perché sappiamo che i lavori per la sede storico della nostra scuola dureranno almeno un altro anno».

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