di Marco Brunacci
PERUGIA – Ora è chiaro che si può avere qualunque opinione sulle scelte politiche dell’amministrazione regionale firmata Donatella Tesei.
È però altrettanto chiaro il quadro: Tesei ha speso le sue non molte risorse non vincolate su due filoni: l’aiuto al lavoro attraverso le imprese (di cui parleremo con i nuovi dati) e quello alle famiglie con bambini, perché la questione della denatalità sta diventando l’emergenza nazionale. L’inverno demografico, le culle vuote, non sono uno dei problemi ma sempre più quello centrale dell’economia in questa fase, come è stato ricordato in questi giorni dai ministri che devono fare le scelte dirimenti.
Tesei sceglie il modello svedese. Se qualcuno sorride, sbaglia. Perché è il sistema di mettere incentivi sulle famiglie con figli, rispetto a quello che si può investire. Molto o poco che sia. Questa è la strada scelta.
Ecco allora la strategia che è stata confermata per 5 anni almeno (non poco per una scelta legata alla contingenza della politica e dell’economia).
La Regione Umbria darà 500 euro per ogni neonato, 1200 euro a ogni mamma. Sono inoltre previsti aiuti per fare attività sportiva e per partecipare ai centri estivi.
Quindi la famiglia con bimbi entrerà nel meccanismo delle borse di studio per la scuola, con un limite fissato a 30 mila euro di Isee (rilevante), fino all’Università.
In Germania fanno di più? Certo, e questa è anche la piccola Regione Umbria, che usa il suo Pil per combattere una battaglia che è insieme economica e sociale.
Finalità di questa scelta politica, portata avanti con grande determinazione da Donatella Tesei in persona?
Prima di tutto aiutare le famiglie in maniera diretta per quel che si può, poi essere di stimolo ad altri e più importanti aiuti che il centrodestra può rendere operativi, visto che guida il Governo del Paese.
Ma anche – ecco un altro aspetto che spesso sfugge – di convincere coloro che devono scegliere un posto per venire a lavorare, di mettere l’Umbria nel mirino della loro vita.,
Il numero di trasferiti (italiani e nuovi italiani) in Umbria per lavorare e partecipare alla creazione del Pil regionale e ottenere nel contempo i vantaggi che ci possono essere, è di 6mila abitanti in più come saldo positivo, all’interno di un inarrestabile trend negativo dovuto alle culle vuote, come si diceva poco sopra.
Convincere famiglie a trasferirsi in Umbria è l’altra faccia di questa scelta politica, che non è più di bonus ma di vero e proprio supporto. In attesa che il Governo nazionale faccia di più e sommi altri aiuti a quelli della Regione.