e.p.
TERNI – Esplosivo Stefano Bandecchi alla Zanzara su Radio 24. Il «mitologico sindaco» a ruota libera ha risposto botta su botta al fuoco incrociato di Parenzo e Cruciani. Mai in imbarazzo, mai domo e sempre con la risposta pronta, ha ricordato il suo patrimonio da oltre tre miliardi ma anche di non voler rinunciare ai 5mila euro di emolumenti da primo cittadino: «Me lo tengo perché è il mio stipendio, io ci lavoro. Sono l’unico politico che dà i soldi ai cittadini e non li prende».
Cruciani chiede lumi sulle guardie giurate di cui Unicusano ha dotato la città di Terni e anche qui il sindaco non abbassa la testa: «Non ci sono i vigili, “ammazzati” dalla giunta di prima. Carabinieri polizia e finanza da 30 anni sono tutti sotto organico: Terni è grande, ha dieci borghi e tre volanti non possono controllare tutto. Noi l’anno prossimo assumiamo 60 vigili urbani e sostituiremo i vigilanti».
Una riflessione anche sugli stupratori («Serve fargli male, le ragazze ubriache si portano a casa e basta»), ma anche sulle denunce tardive («A me mi danno fastidio le donne che si svegliano 7 mesi dopo») e sul preferire di non essere informato di un eventuale tradimento.
Cruciani e Parenzo giocano a poliziotto buono e poliziotto cattivo, ma Bandecchi non si fa ingabbiare. Ricorda di essere un «liberale», accenna all’indagine della guardia di finanza che gli ha sequestrato 22 milioni di euro («E ancora non ho capito perché, non me lo hanno fatto sapere») e dribbla la provocazione di Cruciani che insiste sulla sua definizione di «gestapo» affibbiata alle fiamme gialle.
E poi il passaggio più noto: l’aggressione in consiglio comunale: «Io non sono manesco, sono uno che si sa difendere da chi mi rompe i cogliomberi. Se mi dicono che sono un buffone, io gliene do due di testate, perché mi offende che non mi fa parlare democraticamente, la legge è chiara. E io gli ho detto solo che non mi deve rompere i coglioni». Parenzo prova a ricordargli che è un sindaco, mentre Cruciani inneggia a «Bandecchi in parlamento, Bandecchi al parlamento europeo».
Non mancano i richiami a Mussolini, ma Bandecchi non molla le risposte che farebbero titolo per la Zanzara: difende le bonifiche («Entusiasmanti») e la «sanità per tutti, principio socialista». Mussolini ha fatto anche cose giuste, ma «la cosa schifosa sono le leggi razziali, se avessi vissuto quel periodo da lì in poi non sarei stato fascista». E il comunismo? «Il comunismo è fantastico, l’idea di essere tutti uguali – ha spiegato Bandecchi -, ma io voglio essere uguale in partenza, non voglio essere uguale all’arrivo». Poi il progetto di Davide Baiocco sindaco di Perugia, la stoccata alla società biancorossa e alla sua voglia di B dopo aver perso sul campo e quel sogno di «Perugia e Ternana in serie A». E la Reggina? Per cui Bandecchi ha fatto una proposta d’acquisto spiegata così: «La Reggina ha la stessa maglia del Livorno».
Ma mica è finita. Cruciani chiede il Bandecchi-pensiero sulla legalizzazione della prostituzione e il sindaco è chiaro: «Io sono per la legalizzazione, la ragazza non l’abbiamo levata dalla strada e l’abbiamo messa nelle mani della criminalità». A domanda diretta risponde: «Facciamo la prima città con un bordello legalizzato». Così come è necessario «aprire una riflessione sulla legalizzazione delle droghe leggere – dice -. Io una canna l’ho fatta da ragazzo per non passare da bigotto. È una riflessione molto attenta, non siamo riusciti a eliminare tutto, apriamo la riflessione».
E si aprano anche le centrali nucleari: «Io la farei. Mi sono rotto di pagare l’energia da Francia e Svizzera».
Cruciani chiude e lancia l’idea di una città laboratorio. Bandecchi: «Diventiamo famosi e anche ricchi».