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Ennesimo suicidio in carcere a Terni. Caforio: «Queste morti sono sulla coscienza di tanti»

Prima la rissa poi il gesto estremo. La denuncia del Sappe, la presa di posizione del Garante dei detenuti

A. P.

TERNI – Ancora un morto in carcere a Terni. Un detenuto si impicca dopo essere stato messo in isolamento. «Nella serata di sabato 16 settembre  – denuncia il Sappe –  una rissa tra detenuti di origine nord africana mette in subbuglio un’intera sezione nel padiglione della media sicurezza. I quattro, presumibilmente ubriachi, prima hanno discusso tra di loro e poi, all’intervento della Polizia Penitenziaria, hanno aggredito i colleghi con schiaffi e pugni, lanciandogli contro qualsiasi tipo di oggetto, perfino bombolette del gas e addirittura maglie insanguinate. Dopo qualche ora e grazie alla professionalità il Personale, rientrato in servizio in un sabato pomeriggio che poteva essere dedicata alla famiglia, è riuscito a riportare la calma. Calma apparente purtroppo: uno dei due autori della rissa, infatti,  mentre era stato spostato in una cella per essere trasferito nell’istituto di Capanne si è impiccato. Vano è stato l’intervento immediato del personale e dei sanitari». 

Il garante dei detenuti, Giuseppe Caforio: «Ha tutto il sapore amaro del facile profeta inascoltato la notizia dell’ennesima morte nel carcere di Terni, all’esito della oramai solita rissa conclusasi con l’ultimo suicidio in ordine di tempo. Il tempo dell’attesa è finito e non si può continuare a scaricare le gravi inadempienze del sistema carcerario sulla polizia penitenziaria ridotta all’osso e senza strumenti adeguati per affrontare queste situazioni.

Queste morti sono sulla coscienza di tanti e sono indegni per una comunità civile come quella umbra. Ognuno deve fare la sua parte. Le Procure  delle Repubbliche territorialmente coinvolte devono aprire fascicolo per accertare se a monte nell’organizzazione vi siano responsabilità penalmente rilevanti. La politica deve affrontare il tema in modo serio e propositivo e per questo chiedo che il Consiglio Regionale dediche una seduta al tema delle carceri umbre partendo dai problemi sanitari per finire alla attivazione vera e immediata delle agognate Rems. Il dipartimento penitenziario deve assicurare il trasferimento altrove fuori dall’Umbria di almeno 200 detenuti, di cui 100 da Terni che somiglia sempre più ad una polveriera.

Infine il Ministero deve assicurare una integrazione della Polizia Penitenziaria che dovrà essere di numero adeguato e con formazione specifica. Queste le risposte ad horas che ogni Autorità competente deve dare».

Il Garante dei Detenuti permanendo questa situazione si riserva di formalizzare un esposto dettagliata alle Procure delle Repubbliche per le gravi omissioni perpetrate nel sistema carcerario Umbra in violazione dei diritti umani come consacrati dalla Dichiarazione Universale sui diritti dell’Uomo.

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