PERUGIA – L’Umbria che acquisisce marchi per rilanciarli è una notizia importante, perché dice che c’è un’Umbria dell’industria vivace, che non guarda solo al passato, capace di essere all’altezza delle nuove sfide. Ma perché dice anche, in secondo luogo, che c’è un’Umbria che ha un grande bisogno di maggiore attenzione perché di marchi ne aveva e di importanti..
La prima: ci sono imprenditori di nuova generazione che stanno lavorando in settori complessi, accettano sfide e colgono occasioni. Uno di questi è Vincenzo Monetti (Vim) che ha deciso di riprendere e portarsi in Umbria due marchi storici. Uno si chiama “Falqui” e l’altro “Zigulì”.
Di Falqui i lettori che hanno qualche anno conoscono tutto: un confetto regolatore dell’intestino che aveva una faccia molto nota che lo pubblicizzava e un claim di grande successo: “Basta la parola”. L’altro è più recente ma sullo stesso piano, sia come notorietà sia come possibilità di avere un futuro: le caramelle Zigulì.
Entrambi i marchi si avvarranno, pare di capire anche se non si conosce il piano industriale di Vim, che si occupa di commercializzazione di prodotti farmaceutici, di mercati nuovi. Potrebbero ragionevolmente restare in farmacia e magari conquistare anche la grande distribuzione.
Di sicuro la commercializzazione sarà importante ma decisiva sarà il successo della campagna mediatica. Vim dovrà dimostrare di saper innovare il “messaggio”, di essere capace di far leva sui linguaggi e i media delle nuove generazioni. Se sbaglia resterà – giocoforza – prigioniero di un’immagine legata al passato, quindi dall’incerto futuro.
Ma Vim ha dimostrato una vitalità tale da far tacere i detrattori. Fattura al momento tra i 200 e i 300 milioni, potrebbe avere un guizzo rilevante se azzecca il rilancio dei due marchi.
Ora la seconda delle questioni. L’Umbria ha avuto nel passato marchi di grandi rilievo. Uno su tutti per semplificare il discorso. Ed è “Perugina”.
Una multinazionale efficiente come Nestlè ha portato lo stabilimento di Perugia al massimo dell’efficienza e della produttività.
Visti i problemi degli anni passati, un successo di cui manager del Gruppo possono vantarsi.
Ma a Perugia ormai si produce di tutto. Ogni genere di cioccolatini che Nestlé ha nella cartucciera.
Ma il prestigioso marchio “Perugina” è uno tra gli altri. Sicuro che non sia possibile fare di meglio e di più?
E Nestlè non potrebbe magari avere lo stimolo di imprenditori umbri?