di Marco Brunacci
PERUGIA – Rigenerazione urbana a Ponte San Giovanni.
I tempi per trasformare in lavori gli immaginifici titoli scelti dalle varie burocrazie statali sono quelli che sono, ma poi, quando i progetti si mettono in marcia, cambiano il volto delle città e la vita delle persone.
Perché è importante? Perché un rilievo speciale?
Perché si è atteso molto e ora si può partire. Perché con questi progetti rivivono quartieri, soprattutto le periferie.
Il tema di stamane (come da foto che proponiamo) è il parcheggio della Stazione (proprietà del Comune) da trasformare da problema in risorsa. Non utilizzato appieno, degradato, buio, con un accesso da rivedere.
Ma ora con una prospettiva concreta: diventare il nodo di scambio fra chi viene da fuori, lascia l’auto e prende il treno.
Visto che Ponte San Giovanni con la riattivazione della Fcu (i treni dal 13 settembre hanno ripreso le corse dopo i lavori per la elettrificazione della tratta verso Sant’Anna), con il nodino in corso d’opera, con i due progetti Pinqua (in collaborazione con l’Ater), avrà una notevole riqualificazione e un incremento del numero degli utenti dei vari servizi, quel parcheggio ha bisogno di un rilevante maquillage, funzionale ma anche estetico.
Un passaggio minimo? Forse, ma massimo se si inserisce in disegno complessivo.
Regione (Melasecche) e Comune di Perugia (Scoccia e Numerini) stanno studiando la soluzione. E si lavora su una base di risorse solida.
Questo per dire cosa? Che le amministrazioni comunali questo paziente lavoro possono e devono fare, per il semplice motivo che – se sono persone serie- non hanno alternative.
Perugia raccoglie, dopo anni, i frutti e fa impressione se si fa il confronto con l’amministrazione di Terni, destinata ad andare a vuoto: dal timidissimo Latini, alle inconcludenti prove muscolari di Bandecchi.
Pensare di fare i bulli in queste materie è la garanzia di non ottenere alcunché per i propri cittadini. Anzi, ci rimettono tutti.


