TERNI – Due giorni fa Ap e Pd, in due diversi comunicati, sposano l’acqua pubblica. Uno di quei matrimoni combinati, con il Pd che dice sì attraverso un documento sottoscritto dai sindaci e dai capigruppo sparsi in tutto in territorio provinciale (Fabio Di Gioia, Lorenzo Lucarelli, Damiano Bernardini, Francesco Filipponi, Federico Gori, Giampiero Lattanzi, Sauro Basili, Luciano Conti, Daniele Longaroni, Stefano Paoluzzi, Martina Mescolin), e con Alternativa popolare che si propone con una dichiarazione del coordinatore regionale, Riccardo Corridore. Un segnale d’apertura al partito di Bandecchi interpretato, di fatto, come un’intesa sul Cda del Servizio Idrico Integrato tale da mettere all’angolo il centrodestra. Ma poi, 48 ore dopo, arriva la tirata d’orecchie dei segretari comunale e provinciale del Pd, di Pierluigi Spinelli e di Fabrizio Bellini: «Il SII non può essere oggetto di lottizzazioni o strumentalizzazioni politiche». In pratica la segreteria del Pd va contro i sindaci del Pd e del capogruppo Francesco Filipponi. «La parte pubblica – sottolineano Spinelli e Bellini – non può presentarsi divisa all’appuntamento del rinnovo del Cda del Servizio idrico integrato. Se così fosse verrebbe meno la capacità di rendere preminenti gli interessi dei cittadini rispetto a quelli societari privati. È questo il senso della riunione tenutasi nei giorni scorsi con gli amministratori della provincia, ed è questo il motivo per cui sin dall’inizio il Cda è stato sempre costruito con una intesa tra tutti i sindaci della provincia, nessuno escluso, e rappresentativo di tutti. Alla luce di questa premessa, e come già evidenziato dal documento stilato dai sindaci e capigruppo del Pd, riteniamo fondamentale ribadire alcuni chiari passaggi, se davvero vogliamo introdurre discontinuità e fare l’interesse dei cittadini della provincia di Terni».
«In questa ottica riteniamo che il nuovo presidente vada scelto concordemente privilegiando competenze tecniche e manageriali di alto profilo e che tutti i Comuni, a partire da quelli più grandi, debbano concorrere alla gestione attraverso un Cda qualificato e condiviso e individuando figure condivise di alto profilo tecnico. Solo così renderemo un servizio utile ai cittadini e saremo in grado di salvaguardare e sviluppare un bene pubblico primario attraverso un necessario rafforzamento della presenza del pubblico nella programmazione e gestione a partire dal mantenimento e rafforzamento a Terni degli uffici direzionali»