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Conad e Acciaierie guidano l’economia: ecco la classifica delle aziende top in Umbria

La forza della grande distribuzione e la cavalcata di Ecosuntek: tutti i numeri dell’Osservatorio delle imprese di Acacia Group

PERUGIA – Pac2000A Conad e Acciaierie di Terni guidano l’economia dell’Umbria, sul podio delle aziende top della regione. Seguite da Eurospin, Cucinelli, Ecosuntek e Coop Centro Italia.

Questa l’anticipazione del nuovo Osservatorio delle imprese che Acacia Group distribuirà il prossimo 15 dicembre in occasione del Galà delle imprese 2023: il consueto e atteso appuntamento che studia i “numeri” dell’imprenditoria umbra ed evidenzia le aziende che più hanno brillato in termini di performance economiche e non solo.
«Nell’ultima edizione, tenutasi nelle Acciaierie CSI (Gruppo Arvedi), a conquistare il premio “imprenditore dell’anno” era stato Matteo Minelli che aveva annunciato il miliardo di fatturato del Gruppo Ecosuntek – spiegano da Acacia -. I numeri hanno dato ragione all’imprenditore gualdese e confermato il riconoscimento assegnatogli da Acacia Group».

Riguardo ai raggiunti nel bilancio 2022, la grande distribuzione si conferma leader con i quasi 5 miliardi raggiunti dal Gruppo PAC2000, a seguire le Acciaierie di Terni ormai Arvedi che sfondano quota 3 miliardi, al terzo posto sempre la GDO con Eurospin e il miliardo di fatturato che già lo scorso anno aveva registrato. «Per completezza – spiegano sempre da Acacia – riportiamo la tabella delle Top 20 per Valore della Produzione, dove Brunello Cucinelli, Ecosuntek e Coop Centro Italia occupano rispettivamente le posizioni dalla quarta alla sesta. Come utile di esercizio la fa da padrone Arvedi con i 187 milioni registrati dalle Acciaierie di Terni».

Dai valori aggregati si nota come l’economia umbra sia sostenuta dalle prime 1000 imprese che complessivamente generano oltre 32 miliardi fatturato, coinvolgendo circa 70mila addetti. Fatturati in crescita, occupazione in rialzo, utili importanti, fanno ben sperare e indicano una rotta positiva.
«Il Covid sembra ormai un brutto ricordo – commenta Francesco Pace, founder di Acacia Group – una parentesi che l’Umbria ha saputo chiudere recuperando quanto perso dal 2020. Preoccupante resta l’inflazione, che insieme all’impennata dei tassi di interesse stanno frenando gli investimenti e la domanda di credito, sarà interessante analizzare il peso degli oneri finanziari 2023 rispetto al 2022. Alcune regioni non hanno ancora recuperato il crollo del PIL avvenuto nel 2020, anno di inizio della pandemia. Calabria, Molise, Valle d’Aosta, Liguria e Toscana registrano un differenziale negativo rispetto al 2019. L’Umbria si piazza invece in “prima colonna” nella classifica dimostrando di aver gestito bene il post covid. Gli aiuti pubblici erogati per contrastare la crisi, il buon andamento delle presenze turistiche, gli investimenti e l’export sono le voci più significative che stanno puntellando la ripresa economica. Dopo un 2022 molto positivo, il rallentamento della crescita del PIL previsto per l’anno in corso in tutta Europa interesserà indistintamente l’Italia; la Lombardia e il Nordest, comunque, continueranno a trainare il Paese, rafforzando la leadership del nuovo triangolo industriale allargato (Milano-Bologna-Venezia)».
«Nel nostro “Cuore Verde” c’è tanto da fare – prosegue Pace -, sia in termini di attrattività industriale che di formazione. Nei prossimi anni l’economia regionale dovrà affrontare tutte le tematiche legate alla sostenibilità e ai rischi derivanti dai cambiamenti climatici. Come discusso a settembre durante l’Economic Challenge di Assisi, Il comparto che dovrà gestire meglio la situazione sarà certamente l’agroalimentare, un settore che ha saputo comunque registrare una sufficiente crescita media ma che ancora non ha imboccato investimenti innovativi e tecnologici». «Altro tema è l’energia – conclude Francesco Pace – e gli elevati fabbisogni delle aziende di produzione. La transizione energetica, gli obbiettivi fissati dall’Europa sulle rinnovabili e i rincari delle materie prime diventano priorità assolute. Senza tremare o farsi prendere dallo scoraggiamento è innegabile che in inverno difficile ci attende, e la perdita di potere d’acquisto da parte delle famiglie non gioverà, così come il reddito procapite che di certo non brilla; ma l’Umbria ce la farà, anche questa volta. Il 15 dicembre con il Galà delle Imprese indicheremo il nostro percorso per il 2024 che ci accompagnerà successivamente a Osaka2025».

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