di Marco Brunacci
PERUGIA – P come Partecipate. Una kermesse, non una riunione, dedicata alle società in cui è presente la Regione. Cosa resta del lungo incontro? Ecco qua, in massima sintesi.
IL SENSO DELLA RIUNIONE CHE NON FINIVA MAI. La Regione ha mille motivi di festeggiare i successi delle società partecipate. Il centrodestra di governo è riuscito a fare quello che il centrosinistra aveva per anni annunciato: ha sistemato i conti di queste società, le ha rese efficienti e capaci di pagarsi i dipendenti, dando un servizio al territorio adeguato, con una mission ben definita. Bene. Donatella Tesei ha officiato a tutti i pannel. Sarà finita stremata ma ne valeva la pena.
LA FASE DUE. Ci sarà però – adesso che si è conclusa conclusa la fase uno che da Cardella per l’antiusura al rilanciato ex Prosperius di D’Acunto, da Umbria floor di Giambartolomei a Sviluppumbria di Michela Sciurpa – una fase due. In che senso? In questo momento le partecipate camminano con le loro gambe, sono in grado di pagare i dipendenti e in alcuni casi anche di assumerne degli altri. Arriverà mai il giorno che guadagneranno due euro a testa e li daranno riconoscenti al bilancio della Regione?
Ps. già una volta la presidente Tesei aveva risposto sull’argomento a Umbria7. Più o meno così: si vabbè, ma bisogna anche accontentarsi, abbiamo già fatto i salti mortali.
UMBRIAJAZZ. Alla Sala dei Notari tra centinaia di persone c’erano i rappresentanti della Fondazione che guida la grande kermesse musicale. Non tutti i componenti, è noto, sono felici di essere considerati alla stregua di una Partecipata regionale. Però erano in diversi a rappresentare la Fondazione, contenti che Regione, Comune di Perugia e gli altri garantissero il pareggio di bilancio.
LA BATTUTA DI MAGGIOR SUCCESSO. «Tanta gente così alla sala dei Notari, per un evento della Regione, si era vista solo con i comunisti». Un grande ex degli anni passati del centrosinistra, un po’ ammonendo i suoi ex compagni di strada, aggiungeva: «Segno che vogliono restare». Magari meno dei prossimi cinquant’anni.