Marco Brunacci
PERUGIA – E poi dite che il mondo non è all’incontrario. La Regione Umbria nuova gestione trova evidenti difficoltà sull’Ast di Terni, il più decisivo dossier economico dell’Umbria. Ma ci può stare. Sono tutti da poco arrivati.
Magari imbastirci sopra, però, una lezioncina secondo la quale per tre anni (vedere comunicato ufficiale qui di seguito) si è perso tempo aspettando l’avvento di Proietti e De Rebotti, beh, è proprio tanta roba.
Vabbè, alla fine anche questo ci sta.
Farsi trovare impreparati su Ast, cioè l’industria che determina Pil, export e occupazione della regione, non è un gran biglietto da visita.
Il vecchio centrosinistra sulla grande fabbrica è stato sempre preparatissimo. Poi danni ne sono stati fatti, ma con cognizione di causa.
Non importa. Si può recuperare. Non si sa bene a cosa serva convocare i parlamentari umbri al capezzale di Terni. Ma, magari, anche qui, due chiacchiere aiutano a sentirsi meno soli.
Però tutto si può cercare di capire ma non questo: il comunicato ufficiale della Regione afferma che il nodo della questione Ast è il costo dell’energia.
E che fa la Regione? Riesce a litigare con l’Enel, il soggetto che – unico – può dare una mano a cercare di risolvere la questione energia.
Ecco il mondo all’incontrario.
Umbria7 conferma però quanto scritto già sabato: il futuro di un pezzo decisivo di economia ternana e umbra come è l’Ast torna nella mani di Arvedi, della sua grande credibilità, nazionale e internazionale, e della sua determinazione a mandare a buon fine l’investimento come immaginato all’inizio dell’avventura ternana, con il magnetico al centro.
E mentre in Umbria vanno in scena siparietti deprimenti, mentre si pensa a mettere le bandierine ideologiche intorno a uno stabilimento che è il sostentamento di così tante famiglie, ci si augura che qualche spiraglio possa ancora aprirsi per evitare una crisi che sarebbe una bomba sociale. Obbligatorio incrociare le dita.
La nota dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti
«Sono passati tre anni ma ci sono volute poche settimane per capire che la vicenda dell’Accordo di Programma è stata un’enorme perdita di tempo e una generale e infruttuosa pantomima». Così l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Umbria, Francesco De Rebotti. «Fin da subito è stato chiaro che l’incaglio fosse, come più volte ripetuto, il tema del costo dell’energia e i rinvii per la firma dei mesi scorsi, giustificati dalla prossimità delle elezioni regionali, si dimostrano oggi con evidenza solo un inutile e dannoso tentativo di procrastinare il nulla. Perché, è questa la verità, mai si sono costruite soluzioni che ne permettessero la definizione. Oggi la vicenda rischia di condizionare pesantemente il futuro di AST, della tenuta occupazionale e del progetto industriale all’interno del quale sono contenuti importanti investimenti di matrice ambientale. Abbiamo testardamente inseguito possibili soluzioni al tema energetico, rimane in campo il percorso già avviato dalla Regione sul tema delle concessioni che può portare beneficio alle imprese umbre dal 2029 in poi. Ma ora è indispensabile, dopo la presa di posizione di AST, riportare immediatamente la questione sul tavolo del governo. Non sono più permessi disimpegni per nessuno degli attori in campo. Lo dobbiamo ai lavoratori e alla comunità ternana e regionale. Questo è il motivo che ci spinge a chiamare rapidamente a Terni i rappresentanti del Parlamento Italiano ed Europeo. E a richiedere, come anticipato sopra, l’immediata convocazione del tavolo ministeriale su progetto industriale di AST».


