Incontro legalità Aiello

Una vita spesa a combattere la mafia: Piera Aiello al Lyrick per incontrare i giovani

Il matrimonio, la denuncia, Paolo Borsellino e gli anni sotto scorta

ASSISI (Perugia) – Un incontro emozionante dedicata alla cultura della legalità ha preso il via lunedì 4 aprile al teatro Lyrick di Assisi dove gli studenti dell’Istituto alberghiero hanno ascoltato la storia di vita della testimone di giustizia, l’onorevole Piera Aiello, che ancora oggi vive sotto scorta per avere avuto il coraggio di denunciare l’appartenenza alla mafia della famiglia di suo marito.

Appena compiuti diciotto 18 anni Piera fu costretta a sposare il figlio di un boss, a sua volta piccolo boss del trapanese, Nicola Atria. Poco dopo rimase vedova: il marito ed il suocero furono uccisi da Cosa nostra, contro cui la donna si ribellò denunciando i killer e diventando testimone di giustizia.
Da quel momento la sua vita fu completamente stravolta: per ventisette lunghi anni ha infatti dovuto vivere sotto falsa identità e nel 2018 si è candidata con il M5s, per poi ritirarsi due anni dopo.

Incontro legalità Aiello

La Aiello ha parlato ai ragazzi anche del suo rapporto con il giudice Paolo Borsellino, da lei chiamato «zio Paolo».
Oggi Piera Aiello ha 54 anni ma la sua storia è nota anche fuori dai confini italiani: nel 2020 il New York Times le dedicò un ritratto e l’anno prima la Bbc la inserì tra le cento donne più influenti del pianeta.

Incontro legalità Aiello

Accolta dalla dirigente scolastica Bianca Maria Tagliaferri e dalle alte cariche delle forze dell’ordine regionali, tra cui il sindaco di Assisi Stefania Proietti, la Aiello ha ringraziato i ragazzi che le danno «la spinta di continuare a lottare per gli ideali di giustizia e legalità». Ideali che guidano la sua azione politica che esercita nel ruolo di componente della Commissione giustizia e della Commissione parlamentare antimafia, presentando disegni di legge sugli imprenditori vittime del racket.
«Voi giovani – ha detto la Proietti – dovete fare della legalità un faro, perché nell’avere coraggio non ci si pente mai».
«Questa di oggi è stata una testimonianza di vita – ha asserito la Tagliaferri rivolgendosi agli studenti – e sono convinta che il messaggio che esce da questo incontro vi servirà in futuro».

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