R.P.
PERUGIA – Segno meno per il vino in Umbria a causa del maltempo, dell’umidità e del caldo. Soprattutto per Sagrantino e Merlot. In Umbria si registrano perdite fino al 70% per le due tipologie enologiche. Tutti questi fatto, insieme alla peronospora che attacca i grappoli, mettono in crisi la produzione di vino.
Di vera e propria emergenza parla Roberto Di Filippo, imprenditore vitivinicolo, presidente di Cia Perugia e Anabio Umbria. Spiega Di Filippo: «Con le condizioni climatiche avverse, si sono purtroppo verificate situazioni favorevoli agli attacchi fungini abbastanza importanti. In passato ci sono state criticità simili, ma sicuramente questo è un pessimo anno per le produzioni di vino».
Per ciò che concerne il biologico, continua ancora Di Filippo, ci sono poi «situazioni diverse, a seconda delle zone e di molte variabili. In alcune aree umbre, ad esempio, le malattie fungine sono quasi nulle, mentre in altri casi ci sono perdite che vanno verso il 100 per cento, tant’è che in questi appezzamenti non si passerà a raccogliere le uve».
Per il presidente di Cia Perugia è necessario «guardare a politiche sul lungo termine con forme di intervento che possano garantire un aiuto concreto a tutti gli imprenditori colpiti. Bisogna inoltre fare molta attenzione a togliere quei pochi strumenti che ci permettano di controllare le malattie fungine, come il rame, che negli ultimi anni è stato oggetto di critiche e attacchi senza ragione».
Per tentare di salvare il salvabile, Cia Umbria chiede la possibilità da parte della Regione di una deroga sull’applicazione cumulativa di massimo 28 chili di rame nell’arco di 7 anni, 4 all’anno, per quanto riguarda la coltivazione in biologico.
Tutto il comparto vitivinicolo, anche quello tradizionale, non è stato risparmiato da questa calamità, come conferma anche Giovanni Dubini, imprenditore agricolo dell’orvietano: «In Umbria si stanno verificando situazioni “a macchia di leopardo” che stanno lasciando uno strascico pesante, andando ad incidere su quantità e qualità dei raccolti».


