di Diego Diomedi
Prosegue il viaggio di Umbria7 nei 7 VIZI GASTRONOMICI, un tour nel mondo del gusto attraverso i sette vizi capitali. Si pensi a un pranzo o ad una cena, possibilmente tra amici, conoscenti o addirittura parenti. I 7 vizi, sotto forma gastronomica, usciranno tutti. Dalla gola all’invidia, dall’accidia all’avidità. Basta un banchetto per poter rappresentare i peccati capitali. Ma perderli è proprio un peccato…
Oggi siamo in compagnia del sociologo Diego Ceccobelli, colonna portante del Festival. Dietro al TIC c’è una associazione culturale, chiamata Umbria for the Future fondata da giovani ragazzi e ragazze con competenze e professionalità più disparate uniti dalla passione per il loro territorio.
Come nasce l’idea di TIC festival?
«Nasce da una miscela di fattori. Ne dovessi individuare il principale, direi sicuramente dall’esigenza di contribuire a costruire la Terni del XXI secolo. Una città che come ben sappiamo ha un urgente bisogno di ripensarsi e di individuare nuovi motori di sviluppo per tornare ad essere un territorio nel quale i giovani possano costruirsi un futuro. Ecco, trasformala anche nella città dei creator e degli influencer, un’industria che secondo alcune stime varrà nei prossimi anni anche fino a 100 miliardi di euro, ci è sembrato un ottimo modo per farlo».
Che numeri e risultati avete ottenuto?
«Questa prima edizione “prova” è andata anche ben oltre le nostre aspettative. Nella nostra testa nasceva come una sorta di “episodio pilota” di una serie Netflix. Si manda in onda una prima stagione, si vede come va, poi eventualmente si mandano in produzione svariate stagioni successive. Avere avuto fin dal primo anno 20.000 presenze, ospiti che tutti insieme, su quattro piattaforme, raggiungevano la somma di 36 milioni di follower, ma soprattutto tutte e tutti in città entusiasti di quello che avevamo fatto e già in fermento per la seconda edizione, ci ha fatto dire: “missione compiuta, subito al lavoro per il #TIC2024!”».
Avete puntato molto sul tema food, sarà cosi anche in futuro?
«Certamente sì. All’interno della creator economy la categoria food è forse quella più importante, per non parlare di quanto questo settore sia strategico non solo per noi umbri, ma per tutto il sistema Italia. Posso già anticipare che anche nel 2024 il TIC avrà molti creator e influencer food».
Da Ruben fino a Giorgione, quale personaggio ha sorpreso maggiormente il pubblico?
«Difficile stilare una classifica. È indubbio in generale che tutti gli eventi con un creator di questa categoria abbiano riscosso un grandissimo successo. Penso appunto alle file già mezz’ora prima dell’inizio degli incontri dei Ruben, Giorgione o Max Mariola. File che ci hanno dimostrato quanto appunto sia strategico anche nel 2024 per noi puntare con forza sulla categoria food, sperando soprattutto di poter trovare il modo di organizzare degli eventi in location un po’ più grandi. Ci è dispiaciuto molto aver tenuto fuori da questi eventi qualcosa come 2-300 persone e proveremo in tutti i modi a far sì che questo non accada l’anno prossimo».
Max Mariola con Vittorio Pettinato sono una coppia bellissima, quanto si sono divertiti?
«Troppo. Forse pure più di noi! In generale, mi fa piacere sottolineare la bellezza umana di persone come Max e Vittorio. Creator che ci hanno stupito in positivo non solo per le loro capacità professionali nella galassia della creator economy, ma anche e soprattutto per le loro qualità umane. Cosa non secondaria per noi, tutt’altro».
Avete coinvolto anche molti locali della città. Quanto è importante questo legame? Tra Festival ed economia locale?
«È fondamentale per noi. Come dicevo in precedenza, il TIC nasce per dare una mano alle nostre radici, soprattutto in questa fase ancora di difficoltà per tante e troppe famiglie ternane. Anche per il 2024 stiamo pianificando varie attività proprio ideate con l’obiettivo di supportare più settori possibili dell’economia ternana, ma appunto il TIC Festival nasce proprio per questo, quindi per noi non potrebbe essere altrimenti».
Quali sono i progetti per la prossima edizione sotto l’aspetto cibo? Possiamo svelare qualche nome?
«Sui nomi perdonerete ancora il massimo riserbo. Posso però ribadire che lato food continueremo a coinvolgere i nomi più importanti del settore. Insomma, non può esistere il TIC senza il coinvolgimento delle eccellenze nel settore food e il 2024 non farà certo eccezione a riguardo!».
Diego Diomedi vive a San Gemini, in Umbria. Storico dell’alimentazione e della gastronomia, collabora con “Umbria 7”, “Guide di Repubblica” e “Gambero rosso”. Ha preso parte come moderatore e come relatore a numerosi convegni e tenuto lezioni su tematiche enogastronomiche nelle scuole, all’Università e centri di formazione. Alunno di Massimo Montanari all’Università di Bologna, i suoi principali campi di ricerca sono la storia e l’antropologia alimentare. Collabora inoltre con diverse testate d’informazione. Per Edizioni Thyrus ha curato il libro “Conversazioni dantesche”.


