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Umbriajazz, via all’operazione rilancio: arriva un maxi sponsor umbro e Pagnotta ha l’impegno di Kravitz per il 2022

POLE POLITIK di MARCO BRUNACCI | Concluso il risanamento, la strategia di Regione e Tesei è di farla rientrare nel mercato delle grandi manifestazioni internazionali. Pronti altri tre sponsor. L’assessore Agabiti chiede «maggiore collegialità» e in tanti pensano a un derby Perugia-Terni

di Marco Brunacci

PERUGIA – Il Moloch dalle 14 teste va domato. La presidente Tesei ha fatto del cambio di rotta sulle Partecipate della Regione un punto cruciale del suo programma di governo: una sorta di sfida di legislatura, dove nessuno era riuscito. Dopo la fusione di Umbria salute con Umbria digitale, in attesa di Gepafin-Sviluppumbria, ecco che la Fondazione Umbria jazz risanata che torna sul mercato delle grandi manifestazioni, in attesa che si normalizzi dopo la maledizione Covid 19.

La riunione di ieri è stata una pietra miliare nella strategia della Tesei. La presidente è partita col dire che “Umbriajazz è un orgoglio di tutta la regione”, appena ricordando i sacrifici fatti per superare il momento difficile che ha passato, non insistendo troppo (ma lasciandolo cadere, con un tocco di classe) che è stata risanata con un intervento nell’ambito di una strategia precisa. Che è poi la seconda palla in buca nella partita sulle agenzie e società partecipate, grande banco di prova delle capacità di rinnovamento del nuovo governo regionale.
Da qui lo sguardo sul futuro che passa per uno strategico accordo – annunciato ieri con somma soddisfazione – con un main sponsor (umbro, ma della meglio Umbria dell’imprenditoria), che probabilmente avrà presto due o forse tre altri partner (ancora top Umbria) per mettere le ali all’intero progetto.
Se si aggiunge che il “maestro” (come tutti nella nuova giunta lo chiamano per segnare il punto della continuità rispetto alla intuizione iniziale) Pagnotta è al limite della sopportazione del lockdown e già è pronto a ripartire per il giro del mondo, non lontano dai 90 anni, per mettere insieme un programma di qualità per la prossima estate, che ancora avrà dentro il pungiglione del Covid, e ha ottenuto l’impegno di Kravitz a venire a Perugia nel 2022, si capisce che le premesse per un futuro meno in balia delle correnti e delle maree ci sono tutte.
Piace anche l’idea che Umbria jazz torni a essere insieme Umbria e jazz, quindi Perugia e Orvieto e Terni.
Magari con Terni che reclama qualche spazio in più. Perchè, per la verità – ecco un retroscena interessante ma ancora da decrittare – quando la super assessora al ramo, Paola Agabiti Urbani, ha detto con un sorriso acuminato più di una lancia, che gradirebbe maggiore collegialità nelle scelte del consiglio di amministrazione di Umbria jazz, tutti si sono messi a strologare sulle reali intenzioni e a interpretare, come dopo il responso della Pizia: avrà voluto tirare le orecchie al neo presidente della Fondazione, il per altro pacifico e sereno Laurenzi, peruginocentrico, o solo mettere un po’ più di agonismo nel derby Perugia-Terni? O tutte e due le cose?

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