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Elezioni a Spoleto e Castello/Il suicidio perfetto del centrodestra: ora Tesei o diventa leader o la stagione dell’alternanza è già finita

POLE POLITIK di MARCO BRUNACCI | Gli errori di valutazione alle amministrative sono stati così clamorosi che Lega e Fratelli d’Italia sono riusciti a perdere anche senza avversari organizzati. Qualcuno si dimetterà? Il Pd festeggia e fa bene, ma è ai minimi di rappresentanza. M5s ininfluente. Il capolavoro di Bacchetta

di Marco Brunacci

PERUGIA – Complimenti ai vincitori: Luca Secondi a Città di Castello e Andrea Sisti a Spoleto. L’affluenza non sarà stata alta, ma hanno vinto alle urne e questo è quel che conta. Sisti era considerato favorito, Secondi ha rischiato fino alla fine. Il suo mentore e ispiratore, il sindaco uscente Luciano Bacchetta, ha realizzato un capolavoro di paziente cesello, all’ultimo minuto, primeggiando sia in strategia che in tattica. Gli elettori di destra sono rimasti a casa, lasciando i loro leader a baloccarsi con le intese, vere o presunte.

LA FESTA DEL PD

Fa bene il Pd a brindare al successo. Il risultato non sarà ininfluente per il futuro dell’Umbria, come nessuna elezione lo è. Il Pd festeggia anche se la sua rappresentanza si è molto ridotta. Il segretario regionale Bori parla di “vittoria di squadra” e mai così tanto è stata la squadra a vincere e non i suoi componenti.
Di sicuro le percentuali del primo turno dicono che il Pd ha perso per strada tanti consensi, ma questo rende ancora più catastrofica la prospettiva per il centrodestra: perdere così, contro uno schieramento ancora non riorganizzato, significa che il giudizio è senza appello.

E QUELLA DI M5S

I cinquestelle sono straordinari in quanto ad ottimismo dei commenti, ma il risultato umbro (e non solo) del partito di Grillo ha dimostrato che il suo elettorato di sinistra è tornato a casa, nelle varie forme, civiche e non, e che comunque il loro apporto è di fatto ininfluente (a Città di Castello correvano contro Secondi e hanno ottenuto un risultato minimo proprio come a Spoleto, dove si presentavano con Sisti).
Sisti è candidato dei CiviciX di Fora, i quali potevano avere un risultato migliore. E garantiamo fin da oggi che non sarà facile gestire una città che ha una ritrosia antica nel farsi governare, da chiunque. Ma il sindaco entrante viene considerato di livello. Deve tentare l’impresa ardua con tutte le forze.

IL SUICIDIO PERFETTO

Ora la pagina del centrodestra. Il suicidio perfetto è anche un po’ lo specchio di quello nazionale: la Lega ha dimostrato di avere leadership non adeguate al nuovo ruolo che era stato affidato loro dagli elettori umbri dalle regionali. C’è da chiedersi se si devono immaginare dimissioni.
Fratelli d’Italia è cascato nel gioco del contarsi e oggi è un partito naufragato dentro il naufragio collettivo del centrodestra. Hai voglia a dire che ha preso qualche voto in più.

ADDIO MODERATI

E per quanto possa sembrare assurdo solo Forza Italia del timido (come leader politico) Romizi ha motivo per guardare al futuro con qualche ottimismo. Vale infatti il discorso nazionale: senza un centro moderato, affidabile, di governo, il centrodestra può candidarsi solo a fare un’opposizione sterile e senza futuro. Vien da pensare che, qui in Umbria, a qualcuno questo piaccia persino, non per masochismo ma per inadeguatezza ad assumere ruoli di responsabilità governativa e di rappresentanza di ampi spazi dell’elettorato.

TESEI ULTIMA SPIAGGIA

Come detto il risultato delle elezioni umbre, dopo che il popolo sovrano si è espresso (o non si è espresso non andando a votare, ma è la stessa cosa), è chiarissimo: per evitare che finisca la stagione dell’alternanza, col centrodestra che è in grado di subentrare al centrosinistra e viceversa, al centrodestra resta solo una possibilità: si chiama Donatella Tesei, ma la governatrice deve accettare – come City journal scrive da mesi – di diventare leader politico della coalizione, mettendo a garanzia la propria faccia, l’esperienza, le capacità di amministrare. Ponendosi al comando di una cabina di regia nella quale i partiti potranno dire la loro (ci mancherebbe), ma dopo aver preso atto di chi è la leadership.

MA ECCO I RISCHI

Non è detto che questo tentativo abbia successo. Per due motivi, uno di fragilità – diciamo – intrinseca e uno di miopia degli attuali partiti di governo.
Il problema intrinseco: la presidente Tesi ha una lista sua che si è presentata alle elezioni e che doveva diventare la sua roccaforte, la rampa di lancio delle sue iniziative. Non lo è stato. D’ora in poi basta intermediari. Tocca a lei prendersi responsabilità. Se ha filo, tesserà. Ma delegare non si può più. Si tratta di tornare verso il centro e di diventare credibili tra i moderati. Finora il risultato è zero e la lista non è stata utile.
L’altra debolezza: i partiti della coalizione riusciranno a capire i danni che hanno fatto e a prendere atto che la giunta regionale è espressione diretta della presidente Tesei? Se lo fanno, è chiara la conseguenza: devono permettere alla presidente di decidere chi sta dentro e chi fuori e con quali incarichi. Per dirla ancora più chiara: un rimpasto di giunta in questo momento potrebbe diventare l’ultimo atto di autolesionismo di una lunga serie.
Tutto quanto detto sopra, sempre che non ci siano pochi (o tanti) nella maggioranza regionale convinti che sia meglio tornare a vivere dei piccoli vantaggi di stare all’opposizione. Niente di male. Ma gli interessi degli umbri qualcuno avrà piacere di farli?

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