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Dalla cima del Cucco al parco fluviale di Narni: così Suoni controvento invade tutta l’Umbria

LE INTERVISTE DI UMBRIA 7 | Lucia Fiumi (Aucma): «Il festival ci regala una serie infinita di emozioni e soddisfazioni. Durante ogni evento si viene a creare un momento di grande condivisione»

foto di Marco Signoretti
Francesca Cecchini

PERUGIA – Presentata gli scorsi giorni a Perugia la sesta edizione di Suoni controvento, festival estivo di arti performative promosso da Aucma che quest’anno, dal 16 luglio all’undici settembre, tornerà ad animare luoghi suggestivi di ventuno città dell’Umbria: Assisi, Campello sul Clitunno, Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Montefalco, Monteleone di Spoleto, Montone, Narni, Norcia, Pietralunga, San Gemini, San Venanzo, Scheggia e Pascelupo, Sigillo, Spello, Stroncone, Terni, Trevi, Valfabbrica. In scena, come ci spiega Lucia Fiumi, presidente dell’associazione, arte, letteratura, musica e diverse attività che coinvolgeranno il pubblico con più di cinquanta appuntamenti.

Come inizia quest’avventura? «Inizia sei anni fa. Spesso passavo l’estate a Costacciaro, dove ho una casa, e, vivendo quotidianamente la bellezza di quei luoghi, mi è venuta l’idea di portare la musica in alta quota sul Monte Cucco, dove il panorama mozzafiato avrebbe potuto essere un palcoscenico naturale senza eguali. Ne è uscito un viaggio in musica dal forte richiamo emotivo. Abbiamo iniziato così, coinvolgendo i borghi del parco regionale e, pian piano, siamo arrivati oggi a coinvolgere praticamente tutta l’Umbria».
Ventuno città dal nord al sud dell’Umbria: «Man mano che le edizioni del Festival si susseguivano, diversi Comuni hanno iniziato a chiamarci perché il format era davvero interessante. Siamo arrivati quest’anno a ventuno città coinvolte e, considerata la mole dell’evento e il grande lavoro che c’è dietro, almeno per il momento abbiamo dovuto dire di no anche ad alcuni Comuni».
Un format interessante che non prevede solo musica: «Abbiamo suggestive installazioni degli studenti dell’Aba, passeggiate letterarie che, come nel caso dei concerti in quota, prevede un pubblico in movimento. Un’impostazione che consente ai fruitori di vivere in pieno la natura che li circonda. Un ambiente, quindi, che è comprimario nell’evento e non solo una via di passaggio. Abbiamo poi attività ludico-culturali con Roompicapo che sin dal primo anno coinvolgono moltissime persone, soprattutto famiglie, teatro in grotta, workshop di scrittura e fotografia. Diciamo che l’arte è toccata a trecentosessanta gradi. Almeno ci proviamo». 

Lucia Fiumi e Donatella Tesei
foto di Marco Signoretti

Un forte appoggio arriva dalle Istituzioni: «Il forte appoggio delle Istituzioni, dei Comuni, degli Enti e anche degli sponsor che hanno creduto in noi – chi dall’inizio, chi strada facendo – è un elemento fondamentale per noi. Non dimentichiamo però le associazioni e i volontari che non solo ci sostengono, ma scendono in campo con noi anche per lavorare alla parte pratica del Festival. Senza loro non sarebbe possibile realizzare Suoni controvento. Dietro le quinte c’è una inimmaginabile macchina organizzativa in continuo movimento».
Un lavoro molto complesso ma che alla fine: «Ci regala una serie infinita di emozioni e soddisfazioni. Durante ogni evento si viene a creare un momento di grande condivisione. È quasi come se non esistesse più la quinta parete. Artisti e pubblico si fondono insieme, un coro unico che si lascia andare sul filo del vento che li accompagna in quell’istante. Una vera e propria magia che non finisce quando termina il concerto o lo spettacolo, ma prosegue lungo la via del ritorno, rigorosamente a piedi, insieme con una miriade di sensazioni diverse nel cuore».

Suoni controvento 2021_pubblico
foto di Marco Signoretti

Sei anni senza mai fermarsi, nonostante gli anni complessi della pandemia: «I concerti in quota e il periodo estivo hanno fatto sì che fosse più facile, rispetto a stagioni invernali, organizzare il Festival perché gli spazi scelti ci hanno sempre consentito di rispettare norme e distanziamento. Nonostante l’incertezza dei tempi e la pandemia, siamo stati fortunati e abbiamo sempre continuato a lavorare senza sosta». 
Un giro di appuntamenti che si sviluppa in luoghi suggestivi della regione e che attira anche molti turisti, non solo il pubblico umbro e che, possiamo forse dire, rende Suoni controvento un vero e proprio veicolo di indotto economico: «Abbiamo sovente richieste di persone che vogliono venire a seguire il Festival da tutta Italia, anche dall’estero in verità. Ci viene spesso chiesto, a seconda del periodo di soggiorno del turista, consigli su cosa visitare nella zona dei relativi appuntamenti e dove pernottare. Quindi, possiamo effettivamente dire che Scv porta lavoro anche a diverse strutture ricettive dell’Umbria e non solo. E questo, per noi, è un valore aggiunto.  Teniamo molto alla nostra Umbria ed essere di aiuto, soprattutto dopo il periodo di pandemia, non può che renderci felici».
Tutto il programma è consultabile sul sito Suoni controvento.  

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