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Fask: da Perugia ai palchi più prestigiosi di Italia. Ora anche un brano con Ligabue

Una collaborazione che è occasione di crescita per la band che sabato 17 settembre torna a casa per la chiusura di “È già domani – tour”

foto di Jarno Jotti
Francesca Cecchini

PERUGIA – Hanno iniziato a muovere i primi passi nella loro regione, l’Umbria, nel 2008. Scrivere canzoni, provare insieme e via anche ai concerti che pian piano li portano, grazie alla loro grande energia, ad aprire live di diversi artisti che, in quegli anni, passano per Perugia. Non si può non conoscere i Fask. Aimone, Alessio, Jacopo e Alessandro sono “cosa nostra” e portano il nome del capoluogo umbro in ogni dove, dentro e fuori lo Stivale, con la loro musica e con i loro live coinvolgenti, sempre pieni di carica ai massimi livelli fin dagli esordi, in crescendo nell’arco degli anni, in cui non manca mai lo stesso urlo orgoglioso che lo scorso anno ha risuonato sul Monte Motette: «Siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia».

Fast Animals and Slow Kids che solo a pronunciarlo già la dice lunga sull’ironia della band e che arriva dritto dritto dalla serie I Griffin. Giù a ridere con l’episodio in cui Peter, in fila alla motorizzazione di Rhode Island, si rivolge a Meg dicendole: «Fox is running one of those new reality shows at 8: Fast animals slow children».

Tra i gruppi rock più amati e seguiti su tutto il territorio nazionale, i Fask tornano a Perugia, ai Giardini del Frontone, sabato 17 settembre con la tappa di chiusura del loro “È già domani – tour”.
Ma l’estate non ha portato solo un giro di fortunatissimi concerti per Aimone & co: è infatti in uscita venerdì 16 settembre “Il tempo è una bugia” (in distribuzione per Warner Music Italy), brano scritto e cantato insieme a Luciano Ligabue.
«I Fask hanno “birra”, voglia, passione e predisposizione al r’n’r – racconta Ligabue – Mi ha fatto molto piacere la loro richiesta di una possibile collaborazione ma ancora di più cantare una bella canzone come “il tempo è una bugia”. Rock on».
«La più grande fortuna di un musicista è il poter ripercorrere all’infinito la propria vita attraverso le parole e le note delle canzoni che ha scritto – commentano così i Fask il brano – Quando un musicista sale sul palco e suona una propria canzone, si perde nei meandri dei ricordi, come se li stesse rivivendo, come se fosse la prima volta. Chi suona, in pratica, può viaggiare indietro nel tempo senza mai lasciare il presente. Questa canzone è una presa di coscienza di tutto questo: due generazioni che si raccontano, che si confrontano, che descrivono i primi ricordi legati alla musica e alla propria provincia, due generazioni che nella musica si incontrano, al di là dei confini di un tempo che fa finta di passare e non passa mai, per nessuno, a nessuna età». Ancora, su concept e titolo: «Il tempo è una bugia perché lo si può fermare in una canzone, il tempo è una bugia perché scorre così veloce che quasi non lo percepisci, il tempo è una bugia perché è intimamente connesso con lo spazio e nello spazio viviamo noi, non il tempo. Eppure, nonostante tutto questo, alla fine ci ritroviamo tutti i giorni a guardare il sole sorgere, con la stessa identica ammirazione di quando llo osserviamo scomparire, col viso rivolto ad ovest e la sicurezza di un’altra alba che si appresta a tornare nel ciclo continuo della vita.Ed è forse per questo, solo per questo, che il tempo è la bugia che vogliamo ripeterci mille e mille altre volte ancora».
In merito alla collaborazione con il cantautore di Correggio: “Lavorare insieme a Luciano per “Il Tempo è una bugia” è stata per noi un’occasione di crescita straordinaria. Un confronto illuminante e diretto con una persona appassionata, profonda e sincera, che ha scritto straordinarie pagine della storia della musica italiana. Lavorare fianco a fianco sull’arrangiamento, sulla melodia, sull’utilizzo cosciente delle parole e, più in generale, sulle emozioni che volevamo trasmettere attraverso una canzone è stata un’esperienza che porteremo per sempre con noi. I consigli che abbiamo ricevuto da Luciano ci hanno permesso di guardare da un’altra prospettiva la nostra musica, ci hanno inorgoglito e fatto sentire più sicuri di noi stessi e di questo gli saremo per sempre grati».

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foto di Jarno Jotti

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