R.P.
MAGIONE (Perugia) – Prenderà il via il prossimo 5 novembre la nuova stagione di prosa del teatro Giuseppe Mengoni di Magione. In scena, per il cartellone curato dal teatro stabile dell’Umbria, spiega il direttore Tsu Nino Marino: «Una combinazione di spettacoli per immaginare un mondo meno virtuale, dove la parola e il corpo si fanno spazio e lo spazio diviene incontro per dare corso alle emozioni».
Ouverture, dunque, affidata il 5 novembre a Matthias Martelli e “Raffaello, il figlio del vento”, un racconto avvincente e poetico su un grande genio dell’umanità: Raffaello Sanzio. Martelli, accompagnato dalle musiche dal vivo del Maestro Castellan, riprende la tradizione del teatro giullaresco e di narrazione e trascina lo spettatore all’interno di un viaggio appassionante, entrando con le immagini e le parole dentro i capolavori di Raffaello, scoprendo le curiosità, i suoi amori e immergendosi nel clima dell’epoca.
Martedì 15 novembre un’intensa e magnetica Valeria Solarino è l’interprete di “Gerico Innocenza Rosa”, monologo scritto e diretto da Luana Rondinelli sul tema dell’identità: il protagonista Vincenzo narra il suo percorso di “transizione” alla madre e alla nonna attraverso un dialogo alla ricerca dell’amore e dell’affermazione della propria identità lontano da qualsiasi pregiudizio, per sentirsi finalmente amato e compreso.
Venerdì 25 novembre sarà la volta di “La madre dei mostri”, spettacolo ispirato ai racconti di Guy de Maupassant diretto e allestito da Lorenzo Collalti attraverso una drammaturgia inedita, capace di indagare e costruire la vita quotidiana tra psicosi e ironia, proprio come fa lo scrittore francese. Gli interpreti: Michelangelo Dalisi, Caterina Carpio, Luca Carbone, Gabriele Linari e Grazia Capraro.
Venerdì 9 dicembre spazio a “Cinque danze per il futuro” di Davide Valrosso, un organismo scenico in cui si ibridano danze e concerto. Cinque quadri, cinque proposte coreografiche per il futuro; in ogni quadro un danzatore e un musicista agiscono dal vivo, attraversando tematiche in proiezione, altri tempi a venire e combinando di volta in volta un diverso sistema di relazioni.
Giovedì 5 gennaio arriva il racconto di un’amicizia profonda nata nonostante i pregiudizi e le classi sociali con “A spasso con Daisy”, opera scritta da Alfred Uhry – vincitrice del premio Pulitzer per la drammaturgia e di quattro Oscar – adattata da Mario Scaletta e messa in scena da Milena Vukotic, Salvatore Marino e Maximilian Nisi. La bravissima Vucotic dà vita all’anziana Daisy in una storia delicata e divertente capace di raccontare con umorismo un tema complesso come quello del razzismo nell’America del dopoguerra.
Venerdì 27 gennaio teatro di figura con “Bubikopf. Tragedia comica per pupazzi”, un innovativo e sorprendente spettacolo dedicato agli adulti con la regia internazionale di Neville Tranter.
Giovedì 16 febbraio Ottavia Piccolo e i Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo tornano a confrontarsi in scena con le parole di Stefano Massini, a dare forma e struttura a un teatro necessario, civile. Lo spettacolo “Cosa nostra spiegata ai bambini” è la biografia poetica di Elda Pucci nell’anno in cui fu sindaco di Palermo. Era il 1983/1984, quello dell’ascesa dei Corleonesi a capo di Cosa Nostra, un periodo particolarmente sanguinario.
Ancora danza venerdì 3 marzo con “Antidoti. Rimedi alla decadenza culturale contemporanea” di Inc innprogress collective: sei giovanissimi danzatori, sei personalità diversissime tra loro diventano lo specchio della gioventù contemporanea che, insieme al coreografo, si interrogano su “facciate” e “contenuti”, facendo di se stessi portavoce di una intelligenza collettiva, o di uno stato di consapevolezza, tramite cui riuscire a individuare realtà e inganno.
Giovedì 16 marzo a salire sul palco sarà l’ultimo lavoro del regista Leonardo Lidi, prodotto dal Tsu insieme a Emilia Romagna Teatro Ert / Teatro nazionale e il Teatro stabile di Torino – Teatro nazionale: “Il gabbiano”, prima tappa di una trilogia dedicata al drammaturgo russo Anton Čechov. In scena, spiega il regista: «La drammaturgia dell’amore e dell’assenza di esso, un disegno raffinato di personaggi ed emozioni».
Martedì 28 marzo a chiudere la programmazione sarà “Coppia aperta quasi spalancata”, una favola tragicomica scritta da Dario Fo e Franca Rame che descrive in modo perfetto con toni divertenti, ma anche drammatici, le differenze tra psicologia maschile e femminile. Ironica quanto basta e sensuale quando vuole, è l’eclettica artista Chiara Francini a mettersi alla prova con un testo importante, che celebra il ruolo della donna all’interno della coppia.
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