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Sicurezza e criminalità, 10 locali chiusi a Perugia in 10 mesi

Ordine pubblico a rischio, l’impegno della polizia, tra Daspo e centinaia di armi ritirate

di Arianna Sorrentino

PERUGIA – Dati e numeri ma dietro, poi, ci sono le storie: persone sbandate, criminali, ma anche vittime. Come una ragazza stuprata in un locale pubblico. Nella conferenza stampa del primo dirigente della polizia di Stato Alessandro Drago, è stato fornito uno spaccato generale dell’attività amministrativa. Presentato così l’andamento dei controlli – intensificato nell’ultimo anno – dei principali eventi che hanno portato alla sospensione delle licenze delle attività e la tipologia di locali coinvolti. Dall’inizio dell’anno sono stati dieci i provvedimenti adottati dal questore secondo l’articolo 100. Raddoppiato rispetto al 2019 il numero dei locali chiusi per motivi di ordine pubblico dal questore Giuseppe Bellassai a tutela della sicurezza: si tratta di tre esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, tre discoteche, due esercizi di vicinato e due circoli privati.

Un aumento dovuto sicuramente alla forte spinta della popolazione – soprattutto le fasce più giovani – a tornare alla normalità. Sono invece 43 i soggetti destinatari del daspo Willy – provvedimento che prende il nome del ragazzo pestato a morte a Colleferro nel 2020 – e che impedisce di frequentare i locali pubblici a chi ha partecipato a risse o si è reso protagonista di liti e disordini. Il provvedimento di sospensione viene graduato in base alla gravità dell’episodio e può arrivare fino alla sospensione per 30 giorni delle licenze rilasciate. Ma nel caso del ripetersi dei fatti, la licenza potrà anche essere revocata. L’obbiettivo è quello di consentire al titolare – sebbene incolpevole – di apprestare le necessarie precauzioni per scongiurare il ripetersi di episodi pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Tra le altre attività effettuate dalla divisione di polizia amministrativa e sociale sono da sottolineare i mille controlli effettuati presso gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, il monitoraggio all’interno delle sale giochi e infine gli otto istituti di vigilanza privata sottoposti a controllo. Di rilievo anche l’attività di verifica preventiva eseguita in materia di legislazione sulle armi: da inizio anno sono 840 le armi ritirate, di cui 600 per la definitiva rottamazione. A margine della conferenza, il dirigente Drago chiarisce che i dati, per quanto importanti, non sono tali da destare allarme sociale. Insomma, a Perugia i reati non sono superiori né per numero né per gravità a quelli di altre realtà simili. 

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