in ,

L’Umbria di Piero Gauli a San Gemini

In mostra a San Gemini venti opere del pittore del gruppo di Corrente «che l’Umbria l’ha amata davvero», come ricordato dallo storico Paolo Cicchini

di Aurora Provantini

SAN GEMINI – “La mia Umbria” è quella di Piero Gauli: raccontata attraverso venti opere della collezione Ottelio Tacconi, in mostra a palazzo Santacroce (Grand Hotel San Gemini) dal 12 novembre. Una interpretazione del cuore verde d’Italia in cui la natura esplode e la luce penetra nelle architetture. «A dieci anni dalla morte dell’ ultimo rappresentante del movimento di Corrente, si ridà lustro ad un personaggio che l’Umbria la ha amata davvero» – dichiara lo storico dell’arte Paolo Cicchini. Che si sofferma a parlare della nascita, nel 1938, di quel gruppo che si forma intorno al quindicinale Corrente: «Un foglio uscito per volontà del pittore Ernesto Treccani in cui si raccoglievano le speranze degli artisti italiani, tra cui Guttuso, Gauli,  Treccani, Sassu, ispirandosi  all’espressionismo, al Picasso di “Guernica”, a Van Gog e ai Fauves. 

«Il tema più ricorrente nei loro lavori fu quello drammatico della guerra, anche se non venne mai affrontato direttamente, ma solo fatto intuire». Ricorrente anche in Gauli, ufficiale di artiglieria alpina in trincea e  prigioniero  di guerra, «mette nelle sue opere il sangue della storia» – come dice Cicchini.

«Gauli è un pittore espressionista nel quale il segno velocissimo diventa natura ed architettura. I colori – spiega l’ storico che cura la mostra – sono quelli che l’autore scopre nella dimensione del proprio io, estranei ad ogni corrispondenza di tipo naturalistico, ma rispondenti piuttosto a quel colore sentimento che tende a rassicurare la realtà e a farne uno con il mondo più vero dell’artista. Colore gridato, quello di Gauli. Colore che diventa, sul supporto, una sorta di cortocircuito e che in maniera velocissima realizza forme che hanno la consistenza di una visione, di veri e propri graffi di luce».  Ma Gauli, alla propria esperienza Fauves unisce anche un particolare interesse per il mondo dell’espressionismo nordico, soprattutto di Ensor. Non a caso le figure che affollano la superficie delle sue opere sono delle vere e proprie maschere, capaci di nascondere la fisionomia vera delle creature, in un gioco festoso di colori mai, nel caso delle opere sangeminesi, stridenti tra di loro».

In  mostra tempere su cartone raffiguranti paesaggi dell’Umbria: dalla veduta scenografica di Panicale alla valle di Sellano, dall’Abbadia in terra etrusca  alle immagini di santi particolarmente venerati nel territorio.  Di grande interesse sono le sintesi pittoriche di momenti particolari delle feste umbre. «C’è una tensione che percorre tutte le figure di Gauli –  commenta Cicchini –  quasi  esse tendessero a sollevarsi leggere verso la dimensione del cielo».

Sicurezza e criminalità, 10 locali chiusi a Perugia in 10 mesi

È morto all’età di 57 anni Robertone del “Tacitus”