TERNI – Nessun nazionalismo. Il tricolore su Palazzo Montani Leoni è l’esito di una semplice prova tecnica nel corso del collaudo del nuovo sistema di illuminazione progettato dall’architetto Piero Maroni. «Abbiamo provato anche il viola, il blu, il verde e tutti i colori che si generano mischiando i primari» – spiega Maroni. Che alla fine, quasi a riaffermare quel sentimento di appartenenza all’Italia che emerge – ammette – anche quando gioca la nazionale, lascia detto ai suoi collaboratori di lasciare il tricolore su Palazzo Montani Leoni. Poi, tanto, sarà il direttivo della Fondazione Carit a stabilire quale colore “accendere”, anche in base alle circostanze e alle ricorrenze. Certo è che quell’imponente architettura che ha una storia lunga quattrocento anni e due facciate distinte da due ingressi (quella originaria cinquecentesca su via Lodovico Silvestri, e quella “nuova” su corso Cornelio Tacito) fa una bella luce.







