di Marco Brunacci
PERUGIA – L’Umbria e l’Europa. Il convegno è stato pieno di interventi. Tanti tecnicismi, scenari possibili, magari probabili, ma anche proiettati a un futuro che non è per noi.
E allora cosa rimane? Tre cose:
A. L’Umbria, europeista per interesse – e ci mancherebbe-, ha oggettivamente intercettato un bel gruzzolo di fondi comunitari per essere tanto piccola di fronte all’Italia e figurarsi di fronte all’Europa. 1,3 miliardi di euro per la programmazione dei vari Fondi nei prossimi anni. Ma soprattutto 1,7 miliardi di Pnrr che sono una opportunità e un bel problema perché bisogna – come tutti dicono usando un patois ormai dominante – “metterli a terra”.
B. Per lavorare sui Fondi comunitari serve una struttura: arriva a giorni il quinto direttore regionale che è come il settimo sigillo, decisivo per il giudizio e capace di far partire il convoglio Pnrr ed evitare che quei soldi si perdano. Non c’è un bookmaker che pagherebbe un penny a chi scommette che non ci sarà una proroga (il termine fissato è il 2026), ma la proroga si potrà ottenere solo se si dimostra che i lavori sono in corso e pure a buon punto.
C. In questo caleidoscopio di strategie disegnate nell’aria, a un certo punto, c’è chi ha ricordato che una cosa per l’Umbria può fare, subito e concretamente, l’Europa, che a volte sembra davvero lontana dalle esigenze hic et nunc di enti territoriali e imprese: dare una mano all’aeroporto San Francesco. Sulla base di un ragionamento sacrosanto: l’Umbria è una regione che ha sofferto e soffre di isolamento, se volete dare gambe al progetto della coesione territoriale, dovete riconoscere all’Umbria la possibilità di essere collegata in maniera migliore con il resto d’Italia. S obietterà: stanno fiorendo progetti di strade e ferrovie. E alcuni sono anche ben finanziati, dentro la grande partita delle infrastrutture che promette bene.
Si va be’, però qui serve qualcosa che funziona domani non nei prossimi 10-20 anni. Cosa meglio di un bel volo finanziato dall’Europa (è già stato chiesto anche al Governo italiano) per mettere 4 milioni l’anno su un collegamento giornaliero diretto con Milano Linate, andata e ritorno in giornata, tranne domenica, realizzando anche lo stesso progetto, con il medesimo investimento di 4 milioni, con meta Napoli Capodichino?