di Angelo Drusiani
1957: Dino Risi dirige “Poveri ma belli” per rappresentare, forse, una caratteristica fondamentale di gran parte dell’Italia di quell’epoca. A dodici anni dal termine della seconda guerra mondiale. Belli sia di viso, sia di carattere. A prescindere dal sesso, femminile o maschile.
25 gennaio 2023: Eni colloca un’obbligazione con cedola lorda del 4,30%, con data di rimborso fissata al 10 febbraio 2028. Importo massimo in emissione: 2 miliardi di euro. Richiesta pari a 10,195 miliardi di euro. Quasi 310mila richieste da risparmiatori, poi soddisfatti solo in parte. “Abbastanza ricchi ma ancora belli”. Chissà come avrebbe intitolato un film che rappresentasse l’attuale aspetto umano del Paese lo stesso regista.
Che l’Italia fosse, e sia, seppure con una minore propensione, rispetto al passato, uno dei Paesi più votati al risparmio, è una costante da tanti anni. Ma anche non solo Bot e Btp “people”, come all’estero, forse con invidia, forse con accanimento, ci caratterizzano.
La domanda di strumenti d’investimento, che esulano dall’emittente governativo, testimonia in forma inequivocabile che la cultura finanziaria di molti concittadini si mantiene su buoni valori. Un limite, però, non va dimenticato e si riferisce al comparto azionario. In quest’ambito, la propensione ad investire è molto meno corposa. Anche se, in molti casi, viene delegata a gestori professionali, soprattutto di espressione bancaria. Ma non solo, naturalmente.
Lo so che spesso scivolo nel comparto finanziario, ma è la spina dorsale del nostro, come di tanti altri Paesi. Ancorché i detrattori, spesso di fonte estera, più che ammirare la costanza degli italiani nei confronti delle emissioni governative, tendono a calcolare quanto elevato sia il debito complessivo. Salvo poi a dimenticare che le loro Banche sono tra le prime ad investire in titoli di Stato. Non solo Bot, che spesso, grazie alla loro scadenza ravvicinata, vengono scelti per investimenti di breve termine. Ma anche e soprattutto emissioni di lunga durata, cari ai Fondi Pensione internazionali. Non dimentichiamoci che, in ogni caso, la situazione economica e quella finanziaria sono cresciute di pari passo. Con i crediti elargiti dal sistema bancario, tante imprese sono nate, si sono ingrandite e, nel nostro Paese, tante di loro rappresentano esempi straordinari di organizzazione, capacità imprenditoriale e vendita del prodotto in ogni parte del mondo. Tanto da divenire quasi monopolisti in molti settori strategici per l’economia globale.
Potrei forse scrivere di sport, di politica, di guerra o di clima? Forse, di musica, del fascino che subisco nei Teatri d’Opera, perché si tratta di un argomento poco trattato. A torto, secondo me, anche se, in effetti, i riscontri di ascolto del Festival di Sanremo, che già bussa alle porte, sono di tutt’altro livello. Chissà se i promotori della prima edizione, anno 1951, pensavano avrebbe avuto un simile successo, nel corso degli anni successivi.
Quando penso al citato Festival, la mia mente vola al 1964, quando Gigliola Cinquetti vinse con “Non ho l’età”. Brano, musica e interpretazione che mi affascinarono. Capisco che sono fuori dal sistema attuale di canto, non poche volte più parlato che cantato. Ma tant’è!
«Vuolsì così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». So bene che la frase non ha nulla a che fare con il canto, pur essendo la frase stessa tratta da un canto dantesco. Era solo per dire che, anche se fatico ad adeguarmi, mi adeguo. Perché è vero che il pianeta gira anche intorno a me, ma sono io che devo evitare di esserne travolto. Solo perché ho gusti lontani dall’attuale maggioranza delle persone.