TERNI – Raggiunta dal ministro del turismo Daniela Santanchè, da Yes Weekend (la rubrica di SkyTg24 che racconta il Belpaese da una prospettiva culturale diversa), da oltre 21mila visitatori, la mostra “Dramma e Passione – da Caravaggio ad Artemisia Gentileschi” continua ad attrarre flussi. Si tratta dell’evento più importante della città di Terni, incentrato su un’opera mai esposta di Artemisia Gentileschi, “Giuditta con la testa di Oloferne” ed in particolare su due opere di Caravaggio difficilmente visibili al pubblico, la “Maddalena addolorata” e “La crocifissione di sant’Andrea”. In esposizione trentatré opere provenienti da tutta Italia e dal Regno Unito, concesse in prestito da primari musei italiani, da fondazioni bancarie, da enti locali e da privati, tra cui le due nuove acquisizioni della Fondazione Carit: la tela di Artemisia Gentileschi raffigurante Giuditta e la serva con la testa di Oloferne e la Maddalena penitente di Mattia Preti. Due opere inedite, studiate e documentate da stimati storici e critici d’arte, che hanno fatto rientro, dopo un lungo periodo, in una raccolta istituzionale. La Fondazione Carit, infatti, nell’ambito dell’attività svolta per la tutela dei beni storico artistici, interviene con l’acquisto, recupero e valorizzazione di opere che altrimenti andrebbero disperse e allontanate dal territorio italiano.
«La Fondazione, con questo grande evento dedicato a Caravaggio, ad Artemisia Gentileschi e a insigni maestri del Cinquecento e Seicento – ricorda il presidente Luigi Carlini – ha voluto celebrare i trent’anni della sua nascita (1992-2022) e ha inteso confermare il ruolo di Palazzo Montani Leoni, quale polo culturale di riferimento per esposizioni d’arte nell’Italia centrale. Il lavoro di una istituzione per il proprio territorio, l’esperienza al servizio della collettività, la dedizione e l’attaccamento alla comunità, hanno permesso, ci si augura, di realizzare uno dei migliori momenti artistici che la città abbia mai avuto, contribuendo allo sviluppo locale e turistico del territorio».

