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Tante aspettative per il progetto Fontivegge: e ora? Parla Primo Tenca

La situazione nel quartiere della stazione di Perugia non cambia. Il problema? Poca lungimiranza. «Serve un rilancio»

DI ARIANNA SORRENTINO

PERUGIA – Fontivegge sembra restare un passo indietro rispetto alla città: la situazione degrado non migliora, non peggiora. È uguale ormai da anni e alcune zone, più di altre, sembrano essere ormai abbandonate a loro stesse. Serve un cambiamento, cambiamento che viene sottolineato giorno per giorno da chi vive il quartiere e che spera per Fontivegge un passo verso la riqualificazione concreta.  

Lo sa bene, ad esempio, Primo Tenca, storico artigiano del centro e residente infaticabilmente attento alla città e anche presidente della Società operaia di mutuo soccorso: «La città è un corpo che vive nel suo insieme, braccia, gambe, cuore… – dice Tenca ad Umbria7 – non si può costruire una cosa senza prevedere poi che cosa comporterà nel futuro nella dinamica sociale di tutta l’area». E questo, secondo Tenca, non si è fatto per Fontivegge. In particolare cosa? «Ad esempio l’area incolta e abbandonata che si trova all’interno del centro direzionale di Fontivegge che si trova in quello stato da circa 40 anni. Quando si costruisce un quartiere bisogna pensare a chi lo abiterà in futuro». Se ci sono le condizioni a costruire, ad esempio, Tenca propone case per famiglie, perché «è proprio un presidio sociale che manca nella zona e questo è garantito solo con le famiglie». Un po’ come in centro storico che il presidio è stato garantito dalle associazioni dei residenti: «Risiedendo nel luogo, lo hanno fatto proprio. Lo difendono, cercano di abbellirlo, di custodirlo il meglio possibile, si inventano mille iniziative». Presenza dei residenti che invece manca a Fontivegge. «In tutta quell’aerea ci sono quasi solo uffici. Non c’è residente e questo è stato un errore di impostazione di tutto il progetto. Quando chiudono gli uffici diventa un deserto. Un posto senza residenti nasce morto».

Non si possono costruire case? Allora si potrà pensare ad un parco per riqualificare la zona. In realtà le migliorie per il quartiere potrebbero essere tante: «è una vergogna l’accesso ai binari della stazione senza nemmeno uno scivolo per le valige. E non è possibile che una stazione capoluogo di regione non abbia un accesso dei binari dedicato ai portatori di handicap». Cose minime ma che fanno la differenza e che potrebbero portare il quartiere ad essere riapprezzato e vissuto come meriterebbe. «E da ultimo: piazza del Bacio non può essere tenuta così – conclude Tenca – è una piazza che avrebbe delle grandi potenzialità. Come può esserci una fontana senza acqua? Sembra un monumento al nulla. Che ci si metta mano per far diventare quella piazza un centro nevralgico del quartiere».

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