di Carlo Favetti
CERRETO DI SPOLETO (Perugia) – Lungo la Valnerina dopo Piedipaterno, girati alcuni tornanti sul vecchio tracciato della Spoleto-Norcia, ci si incontra il sorridente comune che arroccato sul monte e adagiato lungo il Nera ci attende con le sue meraviglie. Un ambiente salubre e incontaminato, tra alti pioppi, boschi di cerro, cespugli di bosso, qui a primavera e’ tutto un fiorire di specie di fiori profumati e in autunno funghi e castagne, bacche. La montagna umbria qui offre per la sua salubrita’ piacevoli soggiorni estivi. Ma andiamo a Ponte.
Il primo nucleo abitato dell’ area si può scoprire sulla destra, con la sua singolare chiesa e acropoli fortificata, restaurata e consolidata dopo i vari terremoti che si sono verificati nel corso degli anni. Il nome probabilmente deriva dalla presenza di un “ponte romano”. Si risale la strada per Rocchetta. Per la sua posizione strategica, fu scelto dai longobardi come sede nel 757 del loro Gastaldato su ordine di Lotario II quando duca era Alboino. La Pieve di Santa Maria, ebbe il dominio su tutte le chiese del Cerretano. La “Communitas Pontis” nel XII secolo fu assorbita da Spoleto e successivamente da Cerreto “Domus Communitatis” con sulla lunetta lo stemma di Ponte. Lo stemma, adottato dalle famiglie Pontano e Nobili, e’ cosi composto: un ponte con tre fornici su quattro pilastri sotto tre stelle. Il castello nel 1221 passa totalmente sotto Spoleto; nel 1284 fu concesso alla famiglia Varano di Camerino; nel 1389 ai Trinci di Foligno. Dopo tutti questi passaggi, che sicuramente impoverirono il territorio, nel XV secolo Ponte entrò definitivamente sotto Cerreto. Vari sono gli edifici di culto del circondario: San Giuliano del XIII, San Pietro e San Martino del XIV, e la stupenda Pieve di Santa Maria. Ansano Fabbi rivela una dettagliata descrizione dell’ edificio, considerato gemello delle chiese abbaziali di San Felice di Narco e Sant’ Eutizio di Preci. La struttura architettonica del 1201 e’ di rilievo, con la pianta a croce latina, transetto, abside semicircolare, tiburio e cupola semisferica: puro romanico con influsso lombardo. Esternamente l’abside è decorata con archetti poggianti su mensole scolpite. Feritoie si aprono a mo ‘di finestre. La parte più interessante è senza dubbio la facciata realizzata a conci levigati; due leoncini sorreggono la ghiera sulla lunetta del portale; nella lunetta, frammento di affresco del XIV. Al centro della facciata, il rosone a doppio ordine di colonne, inscritto su quadrato, sullo stile umbro – abruzzese: il Fabbi conta 27 colonnine. Agli angoli del rosone sono presenti i simboli dei quattro evangelisti.
L’ insieme del rosone e’ poggiato su un talamone e su dieci archetti. Il rosone e’ incorniciato da un motivo a mosaico e una scritta: AVE MARIA GRATIA PLENA DOMINUS TECUM e ai lati la data e il nome dell’autore: MAGISTER PETRUS MCCI PERFECIT. Varcato lo stretto portale si accede ad un interno austero e poco illuminato. Il Battistero e’ stato ricavato da una anfora di basalto probabilmente romana. Qui e’ venerata, sia una statua lignea del XIV secolo raffigurante la Madonna col Bambino “mediatrice”, (opera realizzata da scultori locali) sia un’altra scultura di Madonna ma più antica del XIII. Il pavimento in pietra conserva botole funerarie con stemma di Ponte. Alcuni affreschi del XV-XVI secolo adornano le pareti della navata centrale: Crocefisso con ai lati i Santi Lucia, Pietro, Sebastiano e la Madonna; in fondo al transetto Madonna in trono tra i Santi Giovanni Battista, Agostino, Biagio; interessante e preziosa una deposizione dalla Croce del Cristo con molti personaggi e Santi Di Daniele Ricciarelli o Volterra. L’ artista detto anche il Braghettone, pittore, scultore e stuccatore rinascimentale di ispirazione senese, (nato a Volterra nel 1509 morto a Roma il 4 Aprile del 1566). Formatosi alla bottega del Sodoma e Peruzzi, in seguito del Perino del Vaga. Le sue tante opere, per la maggior parte, furono realizzate nella capitale, su commissione ecclesiastica come: cappella Orsini alla chiesa della Trinità dei Monti (1542); David che uccide Golia, conservato a Louvre (1555); la strage degli innocenti agli Uffizi (1557) ecc. Molte delle sue opere furono realizzate su disegno di Michelangelo. Realizzò tra l’ altro il ritratto, un busto tratto dalla maschera funeraria dello stesso Michelangelo.




