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A Nicciano i dipinti della scuola dello Spagna 

La visita guidata con Carlo Favetti

di Carlo Favetti

FERENTILLO (Terni) – A breve inizieranno i lavori di recupero architettonico di uno dei gioielli storico artistico del territorio distinto nelle frazioni. Un territorio che da diversi anni e’ stato schiaffeggiato da eventi naturali che hanno sfregiato opere d’arte di grande valore soprattutto devozionale.

Ancora c’è il problema di recupero della chiesa di San Martino ad Ancaiano che ricade proprio su questo versante posto alle falde del Solenne e del Fionchi. Ma andiamo a Nicciano. A 490 metri s.l.m nella valle di Ancaiano, ma ricadente nel comune di Ferentillo, lungo la mulattiera, tra boschi del Solenne, per poi discendere per l’abbazia di San Pietro in Valle, più comunemente la Comunanza Agraria Separata di Nicciano e Loreno. Questa volta ci soffermiamo nel segnalare un’emergenza importante presso la chiesa di San Michele Arcangelo. Al suo interno, alcuni dipinti della scuola di Giovanni di Pietro detto Lo Spagna e suoi allievi come il già nominato Giovanni di Girolamo Brunotti, necessitano di un tempestivo intervento di recupero. La chiesa, posta su una collinetta, vicino ad un fontanile, a mezza costa tra i due nuclei abitati, mostra la classica facciata a capanna, campaniletto a vela con due fornici, portale con piedritti, due mensole che sorreggono l’ architrave; sopra la cornice del portale lo stemma in pietra del Capitolo Lateranense. Interno ad unica navata. La parete di destra e’ quella che interessa in modo particolare per la sua valenza artistica. Completamente affrescata con dipinti raffiguranti una serie di Madonne col Bambino e Santi come San Sebastiano, Sant’ Antonio. Nel primo dipinto è raffigurata, come detto, la Madonna col Bambino in un intarsiato trono ligneo. La Madonna indossa una tunica rossa ed e’ coperta da un manto verde dalla testa ai piedi. Il Bambino Gesu’, nudo, ritto sul ginocchio destro della Madre, mentre, alla sua destra un orante Sant’Antonio abate e a sinistra un San Sebastiano anche lui a mani giunte; il Santo martire romano, patrono contro le epidemie, mostra le frecce sul corpo, simbolo del suo martirio. In alto, due angeli in volo sorreggono una corona sopra al capo della Madonna. Bellissima l’espressione dolce della Madre e del figlio, così anche il movimento delle mani. Dalle linee, dalle forme anatomiche e plasticità dei volumi, si può attribuire sicuramente alla mano dello stesso Giovanni di Pietro detto lo Spagna. Il dipinto è deteriorato da abrasioni di colore, causate da cadute e umidità dell’ intonaco, oltre alla parziale perdita di tonalità. Ecco perché necessita di un tempestivo restauro.

Segue altro dipinto con Madonna Col Bambino sempre di epoca rinascimentale. Il soggetto raffigura la Madonna in trono su un drappeggio damascato. Il Bambino Gesu’ nudo, e’ seduto sul ginocchio destro; con la mano destra leggermente alzata a modo di impartire benedizione; con la mano sinistra si appoggia a quella della Madre. La Madonna indossa una tunica di color paonazzo, così pure il manto. Il dipinto necessità, come l’altro, di un urgente restauro e consolidamento. L’ autore di questo affresco potrebbe essere individuato in Giovanni di Girolamo Brunotti di Spoleto o a Piermarino di Giacomo di Castel San Felice. Siamo fiduciosi che gli enti preposti possano anche qui ridare vigore e vitalità a queste opere d’arte per lungo tempo dimenticate.

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