di Carlo Favetti
FERENTILLO (Terni) – Proseguiamo con le storie e i racconti riguardanti i personaggi che riposano nel cimitero museo delle mummie di Santo Stefano a Precetto. Storie tracciate dai custodi che hanno abilmente tramandato a noi.
Dopo la coppia di cinesi, la donna morta di parto, l’avvocato Bucci, è l’ora di Serafino, una delle mummie meglio conservate. Quando il gioco prende la mano, l’ uomo si riduce alla miseria. A volte….. Serafino era il figlio di un mercante di pelli. Da generazioni i suoi commerciavano con i paesi vicini, fino alla Tolfa, per vendere allume. Giovane di appena venti anni, a Serafino non piaceva il mestiere del padre. Preferiva la bella vita, giocare con i dadi, le donne e le bisbocciate con gli amici. Serafino aveva nell’orto un grande platano dove, d’estate, la famiglia si riuniva per frescheggiare. Il ragazzo e il padre spesso parlavano tra di loro sotto il platano. L’uomo, ben consapevole del futuro cui era destinato il figlio fannullone, si raccomandava che se non avesse cambiato vita sarebbe finito male. magari con l’impiccarsi sul ramo più alto di quel platano. Serafino non se ne dava per inteso. Anzi se ne faceva beffe. Il destino volle che il padre morisse per un imboscata per mano di banditi presso la localita’ ” Le sportelle”. Con tutto il patrimonio ricevuto in eredità il ragazzo continuò vieppiù nella sua vita da nababbo. Una sera, durante le feste del Santo Natale, Serafino si gioco’ a dadi tutto quello che era rimasto del patrimonio. E perse. Disperato girovago a lungo finché, come perseguitato dalla profezia del padre, si impiccò ad un ramo del platano, nel suo orto. Solo all’alba se ne avvide l’uomo che spegneva le lanterne. Siamo certi che le prospettive di sviluppo del territorio della valnerina vengono sicuramente da questi siti e dagli scritti che ne hanno promosso e ancora promuovono. Questa è identità culturale data dal ricco patrimonio storico, artistico, architettonico e ambientale. Una parte bella della nostra Umbria.