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La Pasqua del ‘900: le campane suonano, l’acqua fa miracoli, la pizza è vergine

Il professor Mario Polia racconta le tradizioni che resistono e quelle che non ci sono più

di Sebastiano Pasero 

TERNI – «Quando si scioglievano le campane si correva a bere l’acqua. Perché il suono del bronzo, la resurrezione della natura e di Cristo l’aveva resa energizzante e curativa». Il professor Mario Polia, antropologo e autore dei “I giorni del sacro”, racconta la Pasqua del passato. Quella che ha resistito al ‘900 e quella che non c’è più.

A Ferentillo il lunedì di Pasquetta è con la sfida de lu “Ciucciuttu”, uno scontro di uova.  Vince chi crea la fessura nel guscio d’uovo dell’ avversario, in maniera tale da poterlo ciucciare. 

Un gioco antichissimo che ha come protagonista l’uovo, simbolo fin dagli etruschi della rinascita. 

L’uovo è il principale ingrediente della pizza pasquale, una grande tradizione umbra. 

«La ricetta originaria era quella della pizza salata: il formaggio di pecora e la farina,  nell’ antichità di farro». 

Preparare le pizze un rito fino agli anni ’70: «Le donne si isolavano dagli uomini per preparare la pizza che poteva essere aperta solo il giorno di Pasqua. Gli uomini lasciavano la legna sull’uscio. La pizza simbolo di purezza e verginità.  Un alimento sacro, dal libum latino. La spianatoia usata doveva essere ripulita in maniera tale da non sprecare niente. Quello che veniva recuperato doveva essere ugualmente cotto anche se non bastava per una pizza intera». 

Un altro gioco dall’alto valore simbolico il “Fuori verde”. 

«Nel periodo pasquale – racconta Polia – i ragazzini andavano in giro con un ramo di bosso in tasca. Chi non lo aveva o lo tirava fuori  in ritardo, pagava pegno. Il bosso è altro simbolo della natura che ha resistito all’inverno e alla morte. Non è un caso che sia per antonomasia la siepe dei cimiteri». 

Che cosa farà il professor Polia, il giorno di Pasqua: «Aprirò il museo di Leonessa, mentre lunedì pomeriggio sarò a Ferentillo per parlare della tradizione e vedere quale è l’uovo con la coccia più dura».

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