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Il miliardo per Terni cambia equilibri e prospettive. Il nervosismo di Ap

Il nervo scoperto delle risorse in arrivo per la città. Con la necessità di stringere il più possibile il rapporto con il Governo nazionale

TERNI – Ultimo scontro via web a tempo scaduto. Comprensibile: il miliardo di euro in arrivo a Terni cambia tutto. Gli equilibri e le prospettive. Dice il coordinatore di Ap, il partito di Bandecchi: «Il Governo ha mollato Masselli, l’incontro di Roma sull’accordo di programma è stato un fallimento». Masselli sul web aveva lasciato scritto: «Con loro salto nel buio, con noi risorse, sviluppo, lavoro».

E’ comprensibile che il coordinatore legga l’intesa al Ministero dello sviluppo economico come non è possibile che sia.

Se arriva il miliardo di euro dell’accordo, 700 milioni dal Gruppo Arvedi, 300 dal Governo nazionale di centrodestra, con impegni della Regione per versanti come la logistica, il futuro di Terni cambia radicalmente, con effetti a ricaduta su aziende dell’indotto e l’artigianato e il commercio. 

Il più grande investimento mai arrivato in una città umbra. Perché l’intesa non può essere letta alla maniera del coordinatore? Perché lo Stato ha impegnato tutta la sua struttura politica e tecnica, la Commissione UE e uno dei gruppi strategici dell’economia nazionale, facendo partire un processo che in tempi rapidi deve giungere a compimento per il bene dell’economia nazionale, per ridare una fisionomia alla siderurgia italiana nel contesto europeo e mondiale. Con tutto il rispetto: il problema non è il coordinatore di Ap né il ballottaggio. Il problema sono i cinesi che possono restringere gli spazi nel mercato del lamierino Magnetico, con vista sulla realizzazione dei motori elettrici, cioè il futuro della mobilità. Quindi bisogna fare in fretta, molto in fretta.

Questo sui tempi, come spiega Umbria7 da giorni. E’ però assolutamente comprensibile la grande preoccupazione del coordinatore di Ap: pensate alla sproporzione tra il maxi investimento  del Gruppo Arvedi (700 milioni) rispetto alle munificenze, da considerare davvero piccole, finora arrivate in città.

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