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Un miliardo per Terni, ciak si parte

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Via libera del Ministero al più grande investimento mirato su una città mai arrivato in Umbria con ricadute su indotto, artigianato e commercio. Decisa la strada. Grande fretta per il ritorno del Magnetico (si potrebbe ripartire già a fine 2024). Le obiezioni lunari

di Marco Brunacci

TERNI – Un miliardo per Terni in 3 anni. Ciak, si parte.
Il più grande investimento mirato su una città mai arrivato in Umbria, con ricadute importanti (e – come dire – inevitabili) su tutto l’indotto, sull’artigianato e sul commercio ternano.
Di questo stiamo parlando.

Il summit operativo al Ministero dello sviluppo economico, con Urso e Tesei (per la Regione) protagonisti, è la svolta.
I particolari dell’incontro li leggete nella nota ufficiale qui di seguito.
Quel che conta è questo: il Governo ha dato disco verde e indicato tecnicamente le adempienze burocratiche. Il 30 giugno l’Azienda (rappresentata a Roma da Caldonazzo) dovrà presentare la domanda per l’accesso ai fondi che ci sono già fin da ora (300 milioni), la Commissione europea deve dare il suo ok in 90 giorni.
È ragionevole che il Gruppo Arvedi – adesso che ha avuto tutte le rassicurazioni – proceda a investire i denari suoi (700 milioni) già da settembre.
E per un motivo fin troppo chiaro: il Piano, oltre all’ammodernamento dell’impianto e la sua decarbonizzazione, prevede il fondamentale rientro a Terni della produzione del lamierino magnetico, con la prospettiva di diventare struttura produttiva fondamentale in Europa e ragionevolmente anche nel mondo per i prossimi decenni. Non sfuggirà che l’obiettivo è il motore elettrico. E quindi il futuro della mobilità.
Ma il tempo stringe: se i cinesi riescono a entrare in questo mercato, gli spazi si restringono.
Ecco il motivo della fretta che tutti hanno. Il Magnetico potrebbe ripartire entro fine 2024.
Ed ecco perché certe obiezioni di parte sindacale (Fiom) sono lunari, dettate probabilmente dal fatto che non ci si rende conto della situazione.
Naturalmente sarà sempre importante per il Governo avere interlocutori credibili. Per l’Azienda sarà necessario aggiungere intese con Enel e per la logistica.
Ma la strada è ora segnata. E per chi si arrampica sugli specchi: fermo restando che il mondo intero è transeunte, non c’è stato alcun rinvio.
Se è consentita una chiosa finale più leggera: se un imprenditore che si è interessato a Terni si candida a sindaco, per uno che investe in città 700 milioni si prospetta almeno la nomina a Faraone?

LA NOTA DELLA REGIONE

Si è tenuto questa mattina il tavolo sull’accordo di programma AST presso il Ministero delle imprese e del made in Italy.
Presenti, la Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, il Ministro Urso, il suo capo di gabinetto Eichberg, il capo della segreteria tecnica Calabrò, i dirigenti del Ministero dell’ambiente, l’amministratore delegato di FinArvedi Mario Arvedi Caldonazzo, l’amministratore delegato di AST Menecali e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
Il tavolo, era stato richiesto venerdì 19 maggio dalla Presidente Tesei a seguito degli incontri tecnici delle ultime settimane, successivi al secondo decreto direttoriale MASE a valere sull’ultimo Temporary Crisis Framework Europeo.
Dall’incontro è emerso il superamento delle difficoltà tecniche di accesso ai fondi utili al cofinanziamento parziale del Piano Industriale per la decarbonizzazione ed il rilancio industriale di AST da un miliardo di euro, sostenuto con più di 700 milioni dal Gruppo Arvedi e che porterà il sito ternano ad essere uno dei player di riferimento in Italia ed in Europa della siderurgia.
L’azienda ora dovrà presentare, entro la mattina del 30 giugno, la domanda di accesso alla finanza agevolata, cui seguirà, con un dettagliato cronoprogramma che è stato illustrato, la firma dell’accordo.
Le risorse comunitarie che sosterranno in quota parte il piano dovranno essere rendicontate entro il 2026, per tale ragione la proprietà Arvedi ha già provveduto a sostenere alcuni impegni per non farsi trovare impreparata e rispettare così le rapide tempistiche di attuazione del Piano stesso.

La presidente Tesei ha ribadito la strategicità dell’azienda non solo per l’Umbria, ma anche in una prospettiva di interesse nazionale, soprattutto per ciò che concerne l’acciaio Inox – dove rappresenta uno tra i primi 4 produttori in Europa – tubi, fucine e lavorazione del magnetico il cui ritorno della produzione significa giocare da Terni un ruolo da protagonisti nella rivoluzione che sta portando l’auto elettrica.
La Presidente ha inoltre sottolineato come il Piano industriale preveda quel fondamentale percorso di decarbonizzazione del sito ternano che avrà un forte impatto positivo sull’ambiente, risolvendo ataviche problematiche della conca ternana. Proprio Arvedi Caldonazzo ha confermato che sul modello di Cremona, sito del Gruppo Arvedi unico al mondo certificato carbon neutral, nel piano industriale di AST sono previsti 86 milioni di investimenti dedicati al piano ambientale.
Arvedi Caldonazzo ha sottolineato che entro la scadenza del 30 giugno l’azienda inoltrerà la domanda di accesso alla finanza agevolata e, nel confermare la quota di investimento privata, ha confermato i livelli occupazionale con eventuale possibilità di crescita nel corso della realizzazione del piano industriale, le cui tempistiche sono state giudicate compatibili con l’iter che si sta seguendo.

Il Ministro Urso ha affermato che il prossimo step, dopo aver ricevuto la domanda da parte dell’impresa, sarà quello di riconvocare il tavolo già i primi giorni di luglio per procedere con i successivi adempimenti formali.
Regione ed Ast Arvedi esprimono viva soddisfazione per l’esito dell’incontro, che definiscono una svolta decisiva nel rilancio del fondamentale sito produttivo ternano.

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