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L’Accordo da un miliardo per Terni a un passo/Il retroscena: la lettera di Tesei e le verifiche di Urso. Così cambierà la città (altro che Tari)

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Ammodernamento e decarbonizzazione dell’impianto Ast, ritorno del Magnetico, tre anni di lavori e un futuro da Capitale del motore elettrico. Decine di milioni di lavori per le aziende locali e per il commercio (ma chissà se i vertici Cgil sono interessati?)

di Marco Brunacci

TERNI – Un retroscena fondamentale per capire cosa è successo per l’Ast, adesso che il ministro Urso ha convocato venerdì Azienda, Regione, Comune a Roma per aggiornare la situazione sull’intesa che vale un miliardo di euro tondo tondo. Un investimento che non si è mai visto a Terni. 

A smuovere le acque una lettera di Tesei che porta la data di venerdì scorso. Nelle poche righe l’indicazione: è forse possibile trovare – suggeriva Tesei – , nelle more dei provvedimenti  in seguito alla guerra in Ucraina e nel nuovo clima che c’è intorno alle problematiche energetiche, decisi dalla Commissione europea, la possibilità per il Governo italiano di erogare i 300 milioni necessari per far decollare l’Accordo di programma per le acciaierie. Come si sa, per gli altri 700 si è impegnata a provvedere l’Azienda.
I tecnici di Urso hanno verificato, ed ecco l’improvvisa accelerazione che permette al Governo italiano di riconsiderare il suo apporto e sbloccare l’empasse.
Il tavolo convocato da Urso ovviamente dovrà rimettere in fila le cose: i lavori dovranno essere eseguiti entro il 2026 e nell’impianto si dovrà giungere a una produzione, come dire, ecologica con il 20% almeno di uso dell’idrogeno in un tempo stabilito. 
Non è ancora il via libera, ma se c’è il massimo impegno da parte di Governo e Regione, si può arrivare  a una conclusione in settimane, neanche in mesi.,

Se qualche et ternano non ha capito bene cosa può significare il via libera in tempi rapidi all’Accordo di programma, ecco le spiegazioni necessarie: si tratta di investire un miliardo secco sulla città, in un arco temporale di tre anni. 
Si tratta di realizzare lavori per il rinnovamento dell’impianto, per riportare il Magnetico in  città, per la decarbonizzazione della produzione, in vista della concreta possibilità di fare dello stabilimento un centro internazionale di riferimento per i motori elettrici, che sono il futuro – già deciso – dell’auto.
Per chiarire meglio a chi pensa che i problemi di Terni si possano superare rinviando una  multa o facendo saltare una bolletta della Tari che verrà ovviamente riproposta dopo qualche tempo, a meno non che non si decide di andare a un altro apocalittico default del Comune di Terni.
Diciamo che di solo indotto per le piccole aziende ternane ci sono decine di milioni in ballo. 
Se a questo si aggiunge che ci saranno lavori per anni, va da sé che il commercio in città sarà un periodo irripetibile. Altro che bolletta della Tari.

Quello che sorprende – ma proprio tanto – è invece che un sindacato che è sempre stato di sistema come la Cgil diventi un sindacato anti-sistema, evidentemente per i pruriti personali di parte della sua dirigenza. E così invece di occuparsi del futuro dei lavoratori iscritti alla Cgil e ogni altro sindacato, e quindi di fare di tutto e di più per portare a Terni in tempi rapidissimi l’Accordo di programma, si occupino con tanto impegno di politica. 
Con la dirigenza di un sindacato come Cgil impegnata a fare politica, chi si occuperà degli interessi dei lavoratori, che pure in questo snodo epocale, possono diventare il fulcro di un sistema nazionale di grande respiro, per decenni, che è quella della produzione dei motori elettrici?  
O magari tra assurde pulsioni e piccole rivalse, Terni finirà per perdere un’occasione unica a favore magari di qualche altro impianto in Italia?

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