di Marco Brunacci
PERUGIA – Oltre mille prestazioni al giorno da smaltire entro il 31 luglio, tra quelle arretrate e quelle in corso. Il 70% è stato affidato alle strutture private convenzionate, il 30 alle Aziende sanitarie pubbliche, secondo i piani operativi di smaltimento appena varati.
Sono pronte le manifestazioni di interesse che verranno rese pubbliche in settimana. Vale il principio della prossimità: il cittadino-paziente deve essere indirizzato al posto dove si eroga il servizio che è più vicino alla sua abitazione, che è poi la preoccupazione principale degli anziani, i quali sono la stragrande maggioranza dei richiedenti prestazioni.
I primi risultati della nuova strategia di abbattimento delle liste di attesa, decisa dalla giunta regionale, potranno essere valutati – ragionevolmente – i primi di giugno. .
Il calcolo nasometrico dice che, per mantenere un livello di soddisfazione tra i cittadini-pazienti, non si deve scendere al di sotto delle mille prestazioni, essendo 74 mila quelle arretrate. Ma a queste vanno aggiunte le richieste che arrivano giornalmente alle Asl. In conclusione sono forse 1200-1300 le prestazioni giornaliere delle quali la sanità umbra dovrà farsi carico. Un super lavoro.
La Regione su questo piano choc ha investito 7 milioni in più. Una cifra rilevante e che sicuramente metterà in lizza tutti i privati che possono disporre di attrezzature e competenze.
Va sottolineato che per il cittadino-paziente andare in una struttura privata convenzionata o in una pubblica non comporta nessuna variazione di contribuzione: il costo è soltanto quello del ticket, sempre che non ci sia esenzione.
Ora tutto è nelle mani del direttore generale della sanità regionale che è Massimo D’Angelo. Si riuscirà a scalare questa montagna di arretrati senza penalizzare le nuove richieste? La scommessa è grande. Un buon risultato – dicono esperti del ramo – sarebbe star sotto di diecimila prestazioni ad agosto, tra nuove e vecchie. Ma sarebbe già uno sforzo enorme. Vediamo se la sanità umbra riesce a partire in contropiede e ribaltare il risultato di questa “partita” finora così penalizzante per i cittadini-pazienti umbri.