El. Cec
TERNI – Quello che resta della Pineta Centurini, della sua parte più rigogliosa, è una catasta di legna. Buona per l’inverno.
Quasi 200 i pini tagliati per quello che era uno dei polmoni verdi della città, peraltro a ridosso della Acciaieria e di viale Brin.
Per radere al suolo la pineta che ricorda le fabbriche di Terni e le piantumazioni per mitigare la presenza di insediamenti produttivi impattanti l’amministrazione comunale non ha badato a spese.
Inizialmente gli alberi da abbattere erano 90. E invece si è arrivati a quasi 189. I numeri non sono proprio quelli promessi dalla giunta Bandecchi. A seguito della caduta di tre alberi, il sindaco aveva firmato l’ordinanza di abbattere gli alberi considerati pericolosi per garantire « la pubblica e privata incolumità». Ne è seguito un vero e proprio effetto domino. Giù anche gli altri 189 pini. E addio alla pineta Centurini. Tra polemiche, proteste e deviazione del traffico per consentire i lavori. Ora la viabilità è stata ripristinata ma senza più un pezzo di storia ternana. Ciò che molti residenti erano abituati a vedere ora non c’è più. E’ rimasta una distesa incolta e arida. Segno di ciò che era.




