TERNI – «Molti conoscono la verità. Molti sanno che quel 25 luglio fui minacciato di morte». L’ultima dichiarazione del sindaco di Terni Stefano Bandecchi, lascia tutti a bocca aperta. E non è facile.
Ma quando si apprende che un sindaco viene raggiunto da un centauro a volto coperto, ad un semaforo, e gli viene intimato di dimettersi da tutto altrimenti sarà eliminato, le cose cambiano. Dopo i fatti del 28 agosto, che hanno trasformato la sala consigliare in una sorta di un ring, Bandecchi dice quella verità che non voleva svelare per non far scoppiare il caos. «Quella sera non fui aggredito ad un semaforo perché mi volevano rubare il rolex». In gioco c’era di più: la vita di Bandecchi. «Mi hanno detto che se non mi dimettevo da sindaco e se non smettevo di fare politica mi avrebbero ammazzato». La rivelazione su Instagram, e poi la denuncia per i reati che si configurano dal racconto del sindaco Bandecchi, redatta dall’avvocato Riccardo Corridore.
Arriva anche il messagguo di stima al coordinatore nazionale di Ap e sindaco di Terrni, da parte della Giunta Comunale e del Gruppo Consiliare di Alternativa Popolare, che in un comunicato esprimono il loro incondizionato appoggio a Bandecchi, oggetto di costanti e indecorosi attacchi sin dai tempi della campagna elettorale da parte del centrodestra e del centrosinistra.
Il comunicato: https://umbria7.it/wp-content/uploads/2023/08/comunicato-30-agosto-2023.pdf