di Marco Brunacci
Cosa sta succedendo a Umbria Jazz? La strategia del silenzio è calata, come una tela di ragno, sulle dimissioni da Uj del più brillante organizzatore di eventi musicali umbri, il giovane Aimone Romizi, e del più preparato banchiere che l’Umbria abbia avuto negli ultimi decenni, ascoltato consigliere dei maggiori industriali della regione, Luciano Ventanni.
Curioso. E i lettori di Umbria7 sappiano che in questa fase non c’entra alcunché il destino del direttore artistico Carlo Pagnotta, che ha festeggiato i suoi 90 anni e i suoi successi, e che a fine gennaio 2024 discuterà la sua posizione.
C’entra invece di sicuro un bilancio che deve far fronte ai costi elevatissimi dell’ultima edizione della kermesse, quella dei 50 anni. Come Umbria7 aveva subito anticipato, il problema era grande. Si è fatto di tutto e di più, si è incassato discretamente, ma erano state calcolate le conseguenze delle spese? O si è andati avanti pensando che comunque un qualche Pantalone di passaggio avrebbe pagato?
Per essere più precisi: la Regione ha accettato di far fronte agli impegni extra, anche se la faccia di Donatella Tesei diceva già tutto al momento della conferenza stampa di fine Festival, a luglio (anche questo già segnalato da Umbria7).
Ma il Comune di Perugia, che si trova oggi un conto molto salato sul tavolo, sarà in grado di pagare? O meglio: deciderà di farlo? O sceglierà lo strappo?
Se il Comune di Perugia non paga, come si mette per Umbria Jazz? Qualcuno aveva calcolato l’eventualità?
Qualcuno parla di un’edizione costata 6 milioni o poco meno, con incassi poco superiori alle media. Si poteva fare? Chi doveva vigilare, ha vigilato? Il problema è stato solo il costo di Bob Dylan?
Ma non è tutto. Ora Umbria Jazz è in piena campagna ternana. Sarà interessante vedere cosa continua a succedere. Se la strategia del silenzio sarà ancora sufficiente.
Per esempio: il sindaco Bandecchi è stato invitato? E se sì, come immaginiamo, ha intenzione di pagare la quota del Comune?
È sicuramente una leggenda metropolitana quella che dice che ultimamente sarebbero stati utilizzati per il conto del jazz i canoni idrici versati dalla Regione al Comune di Terni, ma sarebbe comunque interessante sapere che ne pensa il sindaco del cambiamento e cosa intende fare. E comunque come intende mettere nel jazz la propria quota. E se intende metterla.
Eh sì, viene davvero da chiedere: cosa sta succedendo a Umbria Jazz?