TERNI – Le velostazioni aprono come da impegni assunti dalla vecchia amministrazione e dalla concessionaria di gestione Terni Reti. Ma è una partenza lenta, con le ruote davvero sgonfie.
Il meccanismo pago un abbonamento mensile per riporre la bici non sembra attrarre il popolo delle due ruote. Nel primo giorno di esercizio ci sono certezze su due abbonamenti e alla fine della giornata di lunedì difficile che si arrivi a superare il palmo della mano. Non è una questione di cifre, perché l’impegno economico mensile è poco più che simbolico: dieci euro al mese, che si riducono a cinque per tutta una serie di utenti: pensionati, studenti e naturalmente gli abbonati ai parcheggi gestiti da Terni Reti. È il meccanismo che non sembra funzionare. La formula lascio la macchina e prendo la bici parcheggiata nella velostazione sembra più per le metropoli che per una città di provincia come Terni. Previste e finanziate negli anni scorsi dal Comune nell’ambito della smart city le quattro velostazioni posizionate a piazza Dante, piazza San Francesco, Corso del Popolo e a vocabolo Staino rischiano di diventare case per fantasmi. Soggetti che per spostarsi, come è noto, non hanno problemi di mobilità e tutt’al più si accontentano delle rastrelliere.
















