di Francesca Cecchini
PERUGIA – Attesa quasi finita, sabato 18 novembre alle 15 ci si siede per il sit-in pacifico – il secondo dopo quello dello scorso mese di marzo – insieme al gruppo ambientalista Ginkgo Perugia a Ponte Felcino per chiedere attenzione, cura e riapertura della storica pineta del quartiere. Una manifestazione che segue una petizione che ha già raccolto più di 200 firme e vede in appoggio anche altre realtà del territorio quali Coscienza verde, il comitato Salviamo Collestrada, Noi cittadini e Fiab Perugia Pedala.
Diversi i motivi del dissenso descritti da Alvaro Lanfaloni, che del gruppo è ideatore e fondatore, in una nota rivolta non solo ai cittadini per spiegare le proprie motivazioni ma, soprattutto, all’amministrazione comunale: «Il motivo è molto semplice: perché a distanza di più di un anno non si è presa nessuna misura idonea per rendere fruibile la pineta, ai cittadini; perché prima si sono coinvolte le associazioni dei cittadini su come intervenire e, dopo i primi due incontri con clima collaborativo, queste non hanno più ricevuto notizie, anche se più volte sollecitate; perché nonostante si affermi di partire con nuove perizie tecniche, ci è sembrato molto ambiguo l’approccio al problema».
La spiegazione della teorica ambiguità: «In una prima presentazione ai cittadini si poneva come intervento la ricostituzione dell’area mediante una progressiva sostituzione dei pini e l’inserimento di specie tipiche delle fasce ripariali». Si confermava «anche alla stampa che il progetto presentato per ottenere i fondi europei era: “spostamento percorso ciclopedonale, cura e bonifica delle piante malate, messa a dimora di 160 alberi, arredi funzionali alla sosta e al riposo, realizzazione della fascia ripariale”. Si presentava poi a giugno, sempre alla stampa e a qualche cittadino di passaggio, il progetto definitivo: “mantenere l’ambiente inalterato evitando operazioni massive sulle alberature ad eccezione di quelle non recuperabili per le quali era previsto l’abbattimento, dieci in totale”. Ora siamo a novembre – prosegue Lanfaloni – i pini che, secondo loro, non erano recuperabili (in base a che cosa?) sono stati abbattuti, e allora? Perché nuovi approfondimenti? Cosa si vuole dimostrare? Qual è il parere degli esperti del dipartimento di agraria e ingegneria, che già da tempo sembrava dovessero dire la loro? O l’hanno già detta?».
«Intanto è chiaro che, lasciando la pineta chiusa da più di un anno, senza alcun intervento di manutenzione (potature ordinarie, rimonda del secco, diserbi, arieggiamenti del terreno) e con conseguente crescita di infestanti, si sta creando un ambiente sicuramente più favorevole all’insorgenza di patologie finora non presenti. È questo che si vuole?».
Per tutte queste ragioni, il gruppo ambientalista perugino chiede alle Istituzioni «un confronto più aperto e continuativo con i cittadini per renderli partecipi del destino della pineta» e un coinvolgimento nella Consulta del verde.

Il sit-in del 18 novembre, si conclude la nota: «vuole anche servire ad evidenziare al Consiglio comunale questo aspetto importante, e cioè la necessità della componente locale, se veramente si crede nella partecipazione. Noi poi vogliamo festeggiare la festa nazionale dell’albero così, cercando di tutelarlo».
L’appuntamento è alle 15 all’ingresso chiuso della pineta, lato giardini Thebris.