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Omicidio stradale, l’accordo tra Regione e procura a tutela delle vittime

Il protocollo

PERUGIA – Definire in modo chiaro le modalità per permettere l’accertamento medico legale e tossicologico dei soggetti coinvolti in incidenti stradali: questa in sintesi la finalità del protocollo d’intesa siglato giovedì 26 maggio tra la Regione Umbria e la Procura Generale della Repubblica di Perugia.

A firmare digitalmente il documento sono stati la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, il procuratore generale della Repubblica di Perugia, Sergio Sottani, il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, di Terni, Alberto Liguori, di Spoleto, Alessandro Giuseppe Cannevale e il procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Perugia, Giovanni Rossi.
A margine della firma sono stati illustrati i contenuti del documento: sono intervenuti la presidente Tesei, l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, il procuratore generale Sottani e il sostituto pg Claudio Cicchella.
Nel corso dell’incontro è stato spiegato che, rifacendosi alla normativa sull’omicidio stradale introdotta nel 2016, il protocollo indica le procedure da seguire, nei casi di incidenti con feriti o decessi, per permettere di individuare puntualmente eventuali cause dovute all’uso di stupefacenti e alcol da parte dei conducenti delle vetture coinvolte. «Il protocollo frutto di un prezioso lavoro congiunto – ha detto l’assessore Coletto – stabilisce una procedura che va a certificare quello che è un obbligo dirimente in caso di incidenti con conseguenze gravi per le persone e di assoluto sostegno alle procure. Era quindi necessario stabilire in modo dettagliato il comportamento che il personale sanitario deve tenere in questi casi, ma altresì definire le procedure per la trasmissione del materiale prelevato in catena di custodia ai laboratori idonei all’effettuazione degli esami». Il procuratore Sottani ha quindi evidenziato che il documento sottoscritto «è frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto le Procure e la Regione Umbria anche attraverso il suo sistema sanitario». «Con il protocollo – ha aggiunto – si va a disciplinare un ambito che ha una sua pericolosità per il numero di incidenti che avvengono, ma anche perché esiste un problema di certezza dell’accertamento. In questo modo anche le difese dei soggetti coinvolti vengono garantite, visto che non si tratta di un’elencazione di norme, ma sono stati definiti aspetti concreti e procedure».
Tutto il processo che va dal prelievo e accertamenti fino alla custodia, è stato spiegato da Cicchella che ha evidenziato come «l’esigenza primaria sia stata proprio quella di fare accertamenti approfonditi che servissero per gli atti processuali favorendo il raccordo tra chi interviene sul posto e poi chi in concreto dovrà continuare a lavorare sul caso».
A conclusione dell’incontro la presidente Tesei ha evidenziato che «con il protocollo si attua la legge del 2016 e si fa chiarezza oggettivizzando la procedura. Inoltre – ha proseguito – si lancia un messaggio importante ai cittadini e può rappresentare anche un monito per tenera alta l’attenzione sul fatto che bisogna sempre fare molta attenzione quando ci si mette alla guida di un’auto».
Concludendo la presidente ha evidenziato l’importanza della formazione continua degli operatori prevista anche nel protocollo.
In sintesi il documento stabilisce la procedura per il prelievo di campioni biologici di urina e sangue dei conducenti coinvolti che afferiscono alle strutture sanitarie in quanto bisognosi di cure mediche, oppure nei casi in cui i conducenti non sono bisognosi di cure mediche e vengono condotti in ospedale per accertamenti tecnici.
Inoltre, è definita la modalità per attivare la catena di custodia in caso di incidente stradale con esito mortale ed in caso di incidente con lesioni gravi e gravissime, previa disposizione dell’Autorità Giudiziaria notiziata dalla Polizia Giudiziaria, con il rilascio di refertazione finale valida ai fini medico-legali.
Per garantire la massima professionalità degli operatori coinvolti e addetti agli accertamenti, è stato stabilito di creare un’interazione ed una più proficua collaborazione tra tutti gli operatori coinvolti in modo da costituire una “rete” istituzionale per superare e risolvere eventuali difficoltà operative.
A livello regionale, è stata individuata la rete sanitaria dei presidi ospedalieri che sono distribuiti in Umbria che è suddivisa in due livelli a seconda della dotazione di idonea strumentazione e apparecchiature per il compimento delle analisi di screening, di conferma e di strumentazione e luoghi idonei alla conservazione e custodia del campione biologico prelevato all’individuo.
La procedura inizia con l’esecuzione del prelievo nei seguenti presidi ospedalieri dotati di Pronto soccorso: Azienda Ospedaliera di Perugia – Ospedale di Perugia, Azienda Ospedaliera di Terni – Ospedale di Terni, USL Umbria 1, USL Umbria 2.

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