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Là dove la tradizione resiste

In corso Vecchio ci sono negozi centenari, c’è il teatro Verdi, ci sono commercianti che puntano sulla qualità e che espongono in vetrina la data di nascita utilizzando un marco identitario

TERNI – Là dove la tradizione resiste cento anni si portano con fierezza. Cento anni li ha compiuti per primo Piccioni nel 2016. La cappelleria in fondo a corso Vittorio Emanuela, oggi corso Vecchio, si trova negli stessi spazi di allora.

A inizio secolo e per decenni, Piccioni produceva cappelli in feltro cuciti rigorosamente a mano e dopo gli anni Ottanta si trasformò in un negozio al dettaglio. Ora tocca alla gioielleria Paccara festeggiare il secolo di vita (aperta nel 1923). Ma anche la farmacia Cipolla ha una certa età.  Perciò si dice che corso Vecchio è la via dei negozi storici, e anche la via del Verdi. Su un totale di 68 attività, due sono centenarie, otto hanno scavalcato i cinquanta anni, 19 i 25.  Così, orgogliosi della loro età e tradizione, decidono di mettere in vetrina la loro data di nascita. Passeggiando in corso Vecchio, si studia un po’ di storia del commercio ternano. Si apprende che l’Antichità Bulzomì, ad esempio,  esiste dal 1960 e l’Enoteca Vino Vino dal 1953.

«La storicità di un negozio – spiega Daniela Tedeschi, portavoce del comitato di corso Vecchio –  è un elemento di competitività per lo stesso e un valore aggiunto per la via in cui si trova. Si tratta di attività che si tramandano di generazione in generazione con passione, professionalità e resilienza, nell’ ambito di famiglie che rappresentano l’ identità e la tradizione del commercio ternano. Sono una risorsa per la città intera, dal punto di vista economico, culturale e sociale. Vanno perciò valorizzate e sostenute, soprattutto in un momento in cui invece ogni giorno chiude un negozio». In passato per attività storiche si intendeva quelle con 30 o 50 anni di esperienza, ma anche  25 anni sono un ottimo traguardo.  «In attesa che la Regione Umbria e poi il Comune di Terni, come già fatto da anni in altri territori, rendano operativo il Registro Regionale dei Negozi Storici, a Corso Vecchio ci siamo organizzati da soli a livello di promozione e speriamo che la nostra iniziativa possa essere di stimolo alle istituzioni per procedere in merito, prima che sia troppo tardi. C’ è infatti il rischio che tale patrimonio vada disperso, senza la possibilità di poterlo poi ricostituire».

Infatti i commercianti di corso Vecchio hanno  ideato e realizzato un logo per la loro via: l’ immagine stilizzata del teatro Verdi circondata da una corona d’ alloro di colore oro. Il logo corre già   sui canali social e compare nelle vetrine di tutte le attività, come tratto unitario e distintivo dell’ intera via.

«Consapevole della complessità della crisi che sta stremando le piccole attività del commercio – conclude Daniela Tedeschi – ritengo che la valorizzazione dei negozi storici sia uno degli interventi necessari anche per il rilancio del centro cittadino e per il riequilibrio dei rapporti di forza con le altre forme di distribuzione, a vantaggio dell’ intera rete dei negozi di vicinato».

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