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Truffa dei finanziamenti europei ad Assisi, tre indagati. Sequestri per 180mila euro

I soldi passati su conti esteri e poi finiti a Milano: ecco come sono riusciti a farsi pagare

PERUGIA – Truffano due società, convincendole della possibilità, attraverso il loro aiuto, di conseguire finanziamenti europei in cambio denaro.

Un giochino scoperto dalla guardia di finanza che ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip su richiesta della procura di Perugia, nei confronti di un soggetto residente in Calabria, che, sulla base degli elementi probatori emersi dalle indagini preliminari, risulterebbe coinvolto, insieme ad altre due persone, l’una residente nelle Marche e l’altra a Bastia Umbra, in una truffa perpetrata ai danni di due società, con sede ad Assisi, facenti capo al medesimo gruppo imprenditoriale ed operanti nel settore della fabbricazione di imballaggi in materie plastiche. L’operazione trae origine da due querele presentate dai rispettivi rappresentanti legali delle società, i quali hanno denunciato di essere stati contattati, nei primi mesi del 2021, da due degli indagati che avrebbero prospettato la possibilità di ottenere ingenti finanziamenti europei, mediante la partecipazione ad appositi bandi indetti dalla Commissione europea, avvalendosi di due società estere (una irlandese ed una britannica) per la predisposizione e la presentazione della necessaria documentazione e per la prestazione della prevista garanzia fidejussoria.

«La serietà e la fattibilità della proposta contrattuale – si legge in una nota firmata dal procuratore capo Raffaele Cantone – venivano comprovate attraverso la produzione di (false) delibere, riportanti loghi ed intestazioni della Commissione Europea, certificanti l’avvenuta concessione dei finanziamenti nonché di (falsa) documentazione bancaria relativa all’accredito (mai avvenuto) di somme di denaro su un conto corrente intestato ai beneficiari del finanziamento acceso presso una filiale londinese di una banca estera. Per l’attività di intermediazione e consulenza, veniva versata, in più soluzioni, con bonifici su conti correnti irlandesi e lussemburghesi intestati alle due società estere, un importo complessivo superiore ai 180.000,00 euro». Nel mese di maggio del 2022, a fronte della mancata erogazione dei contributi e di giustificazioni labili e prive di riscontri documentali da parte delle società estere e dei presunti “mediatori”, i due imprenditori timbri hanno sporto denuncia agli uffici del Nucleo di Polizia Economico — Finanziaria di Perugia.

Le successive attività investigative hanno consentito di verificare la falsità della documentazione bancaria e degli atti recanti l’intestazione della Commissione Europea, prodotti dagli indagati. Inoltre, attraverso mirate indagini, i finanzieri hanno ricostruito il flusso finanziario dei pagamenti effettuati dalle parti offese che, dai conti correnti esteri, sono confluiti, integralmente, su un conto corrente acceso presso una filiale milanese di una banca.

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