DI MARCO BRUNACCI
PERUGIA – Nuove assunzioni nella sanità umbra: cinquanta infermieri e 30 medici (la metà dei quali anestesisti), ma anche non meno di 4-5 primari capaci di attrarre pazienti in Umbria anche da fuori regione, cercati con bandi e concorsi nei settori chirurgici (dalla chirurgia generale alla ortopedia) e nella gastroenterologia.
Un Irccs (Istituto di alta ricerca) all’avanguardia, in stretta collaborazione con l’Università (poi potrà essere coinvolto anche l’Istituto Serafico di Assisi), su varie discipline, con un approccio molto innovativo (a partire dall’AI, l’intelligenza artificiale), da Perugia con attenzione a tutta la Regione. Fondamentale nel nuovo schema dove si torna, finalmente dopo anni, a fare solida programmazione (sottolinea l’assessore Coletto).
Una razionalizzazione per funzioni, secondo i criteri dell’Azienda integrata (tra personale dell’Azienda ospedaliera e universitari), senza alcun “desiderio spartitorio” (parole del rettore Oliviero, che ha rinforzato un’espressione più soft di Tesei) tra i due enti. Una sorta di “super specializzazione” per aree che può portare anche i pazienti a dover fare qualche trasferimento per patologie da Perugia a Terni o da Terni a Perugia, ma con l’unico motivo di avere la risposta migliore per la propria salute. Esempio: se il top di un certo tipo di neurochirurgia sta a Terni, si va lì a farsi operare da tutta la regione. Questo modello di sanità non è solo il migliore da adottare, secondo l’Umbria, ma anche quello indicato con precisi parametri da seguire dal Ministero della salute che è chiamato a promuoverlo o bocciarlo (il rettore Oliviero ipse dixit).
Infine trenta scuole di specializzazione per formare medici di nuova generazione con preparazione high level, in grado di coprire tutti i settori, soprattutto quelli innovativi (la grande e strategica scommessa del capo del Dipartimento Medicina dell’Ateneo, Talesa).
Ecco qui: questo verrà messo nel motore della nuova, più rombante sanità, che parte da oggi, e punta alla realizzazione degli obiettivi in tempi medi (per il rettore Oliviero si va a regime non oltre la fine dell’anno, ma lui è un adorabile ottimista) tra qualche malumore (dicono che all’ospedale di Terni, poco abituato all’azienda integrata che pure è stata, come più volte scritto e ripetuto da Umbria7, la ciambella di salvataggio dell’Azienda ternana), ma con tanta determinazione mostrata dalla presidente della Giunta regionale Donatella Tesei.
Il primo passaggio – ha detto la presidente – sarà quello della partecipazione con categorie e sindacati. Ma non sarà una lunga processione senza meta. Piuttosto un iter necessario per coprire l’ultimo tratto della strada che porta a cambiare sul serio la sanità umbra. Che prova a rispondere alle sfide – ci riuscirà? vedremo – a partire da quella delle liste d’attesa, per le quali però mancano ancora i report dei direttori delle Aziende.
A seguire la nota ufficiale sulla presentazione della Convenzione sanitaria Regione-Università
La riorganizzazione integrata delle Aziende ospedaliere universitarie di Perugia e Terni punta a rispondere in maniera efficace ai bisogni di salute dei cittadini, ma anche a riconquistare quell’attrattività che era stata persa nel tempo: queste le basi del documento condiviso tra Regione e Università degli studi di Perugia illustrato stamani nella sede della Giunta regionale di Palazzo Donini. Presenti la presidente della Regione Umbria, l’assessore regionale alla Salute, il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero, il professor Vincenzo Nicola Talesa, Direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia, il direttore regionale alla Salute.
La Presidente della Regione Umbria in apertura dell’incontro ha spiegato che per dare risposte efficienti e garantire i bisogni di salute della popolazione si è deciso di cambiare il paradigma e evitare quelle divisioni tra reparti ospedalieri e universitari come è avvenuto sinora, integrandoli attraverso due principali linee di azione: la prima riguarda la differenziazione di intervento delle strutture complesse attribuendo una precisa vocazione ai vari reparti e differenziando gli interventi emergenziali da quelli programmati, mentre la seconda vedrà la specializzazione delle varie attività delle strutture per patologia di organo, evitando sovrapposizioni ma al contrario basandosi sulle specializzandosi per aree di intervento.
Queste due linee permetteranno quindi, di organizzare al meglio sia il settore emergenza/urgenza, sia quello programmatico portando così benefici anche sul fronte dell’abbattimento delle liste d’attesa. I pazienti all’interno delle aziende saranno presi in carico dalla struttura in modo che ogni azione necessaria sia programmata.
Contestualmente saranno scelti i migliori professionisti alla guida delle varia strutture complesse, sulla base della meritocrazia e dell’esperienza.
L’Assessore regionale alla Salute ha evidenziato che la revisione delle schede delle Aziende ospedaliere era ferma al 2016 e che con la nuova proposta viene elaborata una cornice che dovrà essere condivisa con tutti i professionisti, medici ospedalieri compresi, entro la quale impostare un lavoro che punta essenzialmente alla qualità. Parlando di qualità inoltre, è necessario pensare anche all’IRCCS, struttura che in Umbria manca.
Il professor Talesa ha evidenziato che “per il miglioramento dei servizi sanitari è necessario puntare anche sulla formazione e che il documento condiviso tiene conto proprio di questa esigenza che è stata tenuta in primo piano”.
Il Rettore dell’Università, dopo aver ricordato che “nel servizio sanitario umbro operano grandi professionisti e grandi medici – ha evidenziato – che il modello di riorganizzazione costruito, risponde a varie esigenze. Tra queste c’è l’esigenza di rispondere ai bisogni di salute delle persone, alle quali bisogna ridare fiducia”. Il Rettore ha puntualizzato che “la nuova riorganizzazione che non va nella logica della ripartizione. Infatti stiamo parlando di aziende integrate con l’obiettivo di innalzare il livello delle prestazioni del servizio sanitario in Umbria e la riorganizzazione è stata costruita all’interno dei parametri ministeriali e appena il Ministero farà le sue valutazioni saremo pronti a partire con il nuovo modello organizzativo che non impoverirà nessuna delle due aziende, ma al contrario le valorizzerà”.