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Fontana di piazza Tacito, dieci anni di lifting per non piacere

Il lungo restauro, la riapertura, il giallo dell’acqua di Ast, la patina marrone sul mosaico, la verniciatura che salta. Non c’è pace per l’opera monumentale di Ridolfi e Fagiolo. IL VIDEO

A. P.

TERNI – Dieci anni per farsi il lifting e non piacere. La fontana di piazza Tacito sta invecchiando troppo velocemente, per i ternani. E le immagini danno regione alla gente: la verniciatura sta venendo via e i mosaici stanno diventando sempre più marroni. Nel portale del Comune di Terni, invece,  è bellissima. La foto, scattata da un drone il giorno della riapertura, la mostra in tutto il suo splendore. Uno splendore che sta svanendo. E’ il 29 dicembre 2021. La fontana viene coperta da dodici pannelli, uno per ogni segno dello zodiaco.  Poi la festa: tutti i pannelli vengono rimossi insieme, l’acqua inizia a scorrere, il pubblico si commuove. «Ecco la vostra fontana» – dice la vice sindaca Salvati ai ternani. Non usa quell’aggettivo a caso: la fontana di piazza Tacito è l’emblema iconografico di Terni. La prima volta venne inaugurata nell’aprile del 1936. Dopo che gli architetti Ridolfi e Fagiolo si aggiudicarono il bando per la progettazione di una fontana che simboleggiasse la Terni industriale e l’energia idraulica che ne era il “propulsore”.

Ma ripartiamo da dicembre 2021. Ancora non si è capito perché si decise riaprirla utilizzando l’acqua di Ast. Invece è chiaro che due mesi dopo viene spenta per consentire il completamento dell’impianto di filtrazione e il relativo collaudo. La comunicazione fece acqua: Palazzo Spada disse che si trattava di ordinaria manutenzione. Una dichiarazione che venne messa in discussione. Fioccarono interrogazioni, petizioni e una richiesta di accesso agli atti. Ecco, nel   “dossier” è indicata la data del completamento dell’impianto e del  collaudo, maggio 2022. Per mesi non si parlò di altro. La fontana inaugurata prima della fine dei lavori era il tema preferito negli ambienti della politica e delle professioni.  Anche perché, nel frattempo, l’opera musiva si stava “sbiadendo”. «Colpa dei detriti ferrosi dell’acqua di Ast». «Colpa della fretta». Se ne sono sentite di tutti i colori. A proposito di colori ad un certo punto sembrava che la fontana avesse l’ittero, tanto era gialla. E a distanza di poco più di un anno da quella festa spettacolare è visibilmente scrostata.

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