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In Umbria con il turismo e la cultura si mangia

le assunzioni nei due settori sono al di sopra della media nazionale. C’è comunque un divario molto grande tra le due province

PERUGIA – Sono quasi 9mila in Umbria le assunzioni programmate per il settori culturale, creativo e turistico. Ma c’è un divario enorme tra le due province della regione. Quattro profili professionali su dieci sono difficili da trovare.

Questo però non incide sul buon andamento delle possibilità di lavoro legate a queste realtà  nel cuore verde d’Italia, che sono ben al di sopra della media italiana. E’ quanto emerge dal volume “Imprese e professioni culturali e creative, 2022” del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal in collaborazione con il Centro studi delle Camere di commercio.

Nel dettaglio, le assunzioni da parte imprese culturali e creative e quelle del turismo a vocazione culturale rappresentano in Umbria nel 2022 il 15,8% delle assunzioni complessive dei settori industria e servizi, contro il 12,4% della media nazionale.

Nel 2022 le imprese culturali e creative dell’Umbria hanno programmato l’assunzione di 2mila 560 lavoratori (2mila 180 in provincia di Perugia e 380 in quella di Terni), il 4,2% della domanda di lavoro complessiva delle imprese dei settori industria e servizi della regione. Più in dettaglio, tale percentuale è al 4,6% in provincia di Perugia e al 2,7% in quella di Terni.

Ad attivare la domanda di lavoro un insieme di imprese appartenenti ai quattro comparti “core” del sistema produttivo culturale e creativo: industrie creative, industrie culturali, patrimonio storico-artistico, performing arts e intrattenimento. A queste richieste in Umbria vanno aggiunte poi le 7mila 200 assunzioni (tutte in provincia di Perugia, nessuna in quella di Terni) collegate alle imprese del turismo a prevalente vocazione culturale. In tutto, tra imprese culturali e creative e quelle del turismo a vocazione culturale, nella regione si tratta di 9mila 760 assunzioni nel 2022, pari al 15,8% degli avviamenti complessivi al lavoro nei settori industria e servizi (la percentuale è del 19,6% in provincia di Perugia e del 2,7% in provincia di Terni).

L’UMBRIA AVANTI IN ITALIA

In tutta Italia nel 2022 le imprese culturali e creative hanno richiesto circa 278mila lavoratori, pari al 5,4% (quindi una percentuale più elevata del 4,6% dell’Umbria) della domanda di lavoro complessiva delle imprese dei settori industria e servizi, mentre gli avviamenti programmati dalle imprese del turismo a prevalente vocazione culturale a livello nazionale sono stati 361mila 870, il 7% del totale delle assunzioni programmate (molo meno dell’Umbria, che segna 13,1%). Complessivamente, le assunzioni relative alle imprese culturali e creative “core” e quelle del turismo a vocazione culturale in Italia valgono il 12,4% del totale, ben sotto il 15,8% dell’Umbria. La situazione, come detto, nella regione è molto differenziata tra le due province, con quella di Perugia che è largamente sopra la media italiana e quella di Terni che, invece, è largamente sotto.

Le caratteristiche della domanda di lavoro nelle imprese culturali e creative “core” e nel turismo a vocazione culturale: il 40,6% delle assunzioni riguarda i laureati, contro il 15,1% delle assunzioni da parte del complesso delle imprese

Quella in questione è una domanda di lavoro che presenta caratteristiche distintive rispetto agli altri settori  economici anzitutto per la richiesta di figure professionali altamente qualificate. Si tratta di profili professionali capaci di coniugare elevate conoscenze specializzate con talento e creatività. Pertanto, il 40,6% delle assunzioni riguarda lavoratori laureati, mentre nel complesso dell’economia la quota è pari al 15,1%. Particolarmente elevata è anche la richiesta di esperienza (72,6% delle assunzioni programmate contro il 67,0% del totale imprese di industria e servizi) e quella di figure diplomate (36,6% delle assunzioni, contro il 28,7% dell’intera economia). 

CHI SI CERCA DI PIÙ

A livello nazionale, tra le professioni maggiormente ricercate dalle imprese culturali e creative spiccano gli analisti e progettisti di software nel settore-grafico pubblicitario con 20mila 920 assunzioni, seguiti dai tecnici esperti in applicazioni audio, video, gaming sempre nel settore grafico-pubblicitario (19mila 040 assunzioni). Elevata anche la domanda di registi, direttori artistici, attori, sceneggiatori e scenografi (12mila 020 richieste), di operatori di apparecchi per la ripresa e la produzione audio-video (9mila 850) e di tecnici della produzione radiotelevisiva, cinematografica e teatrale (6mila 290). Le imprese culturali e creative hanno assunto anche ingegneri industriali e gestionali per il settore creativo e audiovisivo (4mila 590 assunzioni), addetti all’accoglienza e all’informazione nell’ambito storico-museale (4mila 550), così come stampatori (4mila 050), ingegneri civili e professioni assimilate (3mila 780) e tecnici web per i settori audiovisivo e grafico-pubblicitario (3mila 580).

Il 39,1% delle assunzioni delle imprese del sistema produttivo culturale e creativo è di difficile reperimento, valore in crescita di 8,4 punti percentuali rispetto al 2021

Nel 2022 la difficoltà di reperimento per le figure richieste dal sistema produttivo culturale e creativo è arrivata a riguardare il 39,1% delle assunzioni (+8,4 punti percentuali rispetto al 2021). Incremento ancora più ampio (+9,8 punti percentuali) sul 2021 per le assunzioni delle imprese del turismo a prevalente vocazione culturale, che nel 2022 è arrivato quasi al 38% di figure professionali per le quali le aziende dichiarano difficoltà di reperimento.

Per Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria si tratta di dati «molto interessanti quelli del Sistema Informativo Excelsior sul 2022, che fanno emergere con chiarezza il discreto posizionamento dell’Umbria nelle assunzioni da parte delle imprese culturali e creative ‘core’ e l’eccellente posizionamento negli avviamenti da parte delle imprese legate al turismo a vocazione culturale. Eppure, nonostante la nostra regione sia, nel complesso, ben sopra la media nazionale, ci sono spazi per migliorare ancora, rafforzando l’integrazione dell’offerta dell’Umbria, quindi la narrazione dell’Umbria che esce dalla sinergia del linguaggio creativo ‘core’, di quello turistico culturale, di quello ambientale, di quello enogastronomico, di quello spirituale e così via».

Secondo il presidente della Camera di commercio dll’Umbria «approfondendo, qualificando, creativizzando costantemente ognuno di questi segmenti, scovando nuove relazioni tra essi, come ad esempio nell’enogastronomia stiamo facendo con il vino, con l’olio e con tanti altri segmenti di questo nostro patrimonio.  Occorrono visioni, progetti e tenacia nel concretizzarli e nel portarli avanti, integrandoli tra loro e anche via via trasformandoli. In questo contesto, la Camera di Commercio dell’Umbria c’è ed è in prima fila nel fare la propria parte».

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