in ,

Kenny (Pd): «Terni in declino col centrodestra. Regione e Università guardano solo a Perugia. L’emergenza è la sanità»

Il front runner del centrosinistra, posato professore, con la benedizione dalla Schlein si lancia sui temi della campagna elettorale, dai bilanci al lavoro, dal centro spopolato alla questione Treofan

di Marco Brunacci

TERNI – «Invito tutti a votare Josè Maria Kenny», dice con iper sorriso Elly Schlein. Li vedi vicini e pensi che siano molto diversi e invece magari no. Hanno radici non italiane ma sono radicatissimi in questa Italia. Di sicuro sono una strana coppia. «Harry ti presento Sally» o qualcosa del genere. Ma alla fine altro che se si intendono.

Kenny è un posato signore che ha appena compiuto 70 anni e dovrà presto lasciare l’insegnamento dopo aver dato lustro all’Università di Perugia, dal lato ternano però.
Ricorda che la prima volta che entrò come consigliere comunale a palazzo Spada lo presentarono al sindaco Ciaurro come «determinato ma corretto» oppositore. Poi lo sciagurato presentatore aggiunse: «È un professore dell’Università di Perugia». E Ciaurro secco di rimando: «Ah no, Perugia no. Proprio no». I rapporti tra Kenny e Ciaurro finirono lì.
Ne parla con bonomia, oggi, ma sentite che dice della sua Università: «Sono tornato molto deluso da un lungo periodo in Argentina. Ma al ritorno presto ho potuto toccare con mano il declino della città di Terni e della mia Università. Mi è sembrato che si sia completata una parabola iniziata ai tempi di Bistoni: due facoltà di ingegneria a Terni che si fanno, senza un senso, la concorrenza, mentre le decisioni vengono prese a Perugia. Non c’è più neanche il prorettore. Tutto per sottolineare che Terni, nell’Università, ha poco peso. Io il 31 ottobre lascio la cattedra, ma ho messo in piedi un gruppo di ricerca che ha tanti progetti innovativi al suo attivo. Vuole che quantifichi? Abbiamo completato più di 50 progetti, portando fondi europei per non meno di 50 milioni a Terni. E adesso mi piange il cuore a vedere che rischiamo di venir messi da parte».
Dice che la città è in declino, ma c’è stata polemica sul fatto che lei, o forse il Pd ternano per lei, non ha voluto fare un accordo con i cinquestelle che avrebbe portato l’opposizione di centrosinistra in città a essere più competitiva.
«Sulla mia candidatura si sono dette cose inesatte. Sono tornato dall’Argentina, come le dicevo, e ho iniziato a sentire il “Ma perché non ti candidi”, come un rumore di fondo, tra i miei studenti, tra qualche collega, tra i tanti amici. Io ho presto dato la mia disponibilità, ma sempre pronto a fare un passo indietro. Però il Pd ha insistito su di me. Le ricordo un’assemblea Pd finita con tutti voti favorevoli alla candidatura Kenny e solo due astenuti. Non potevo che dire di sì. Le ricordo inoltre che il 12 marzo poi i cinquestelle hanno annunciato la loro candidatura autonoma. Un annuncio che non ha certo favorito l’unità. Di questa situazione mi sono dispiaciuto ma ho pensato che era necessario andare avanti».
Fa riferimento a posizioni di centrosinistra anche il candidato civico Cianfoni.
«Questa cosa per me è davvero incomprensibile, Condivido il 95% del suo programma. E’ una candidatura che non capisco».
Il candidato Bandecchi ha detto che preferisce dare i voti a lei e al centrosinistra piuttosto che a Masselli. Accetta?
«La mia opinione l’ho espressa in tante occasioni e certo non la cambio: per me è un’anomalia, la sua candidatura non fa il bene della città. Inoltre, ci sono, secondo me, profili di incompatibilità. I voti? La mia candidatura è a disposizione di tutti i cittadini ternani, come ovvio che sia».
Del suo avversario di centrodestra, l’assessore uscente Masselli, che pensa?
«Penso che sia l’espressione di un governo che ha portato declino in città. Ma penso anche che se loro fossero stati soddisfatti del lavoro svolto da questa giunta comunale avrebbero continuato col sindaco uscente, Leonardo Latini. Invece, i primi a essere critici evidentemente sono loro. Latini resta a far campagna elettorale nel centrodestra? Vuol dire solo che fa buon viso a cattivo gioco. Ma lo vede? Anche la vicesindaco ha cambiato partito ed è andata con Forza Italia. Il malessere nel centrodestra cittadino è evidente».
Lei ha attaccato l’amministrazione comunale sui bilanci, ma un vecchio proverbio anglosassone ammonisce: non devi tirare le pietre se hai la casa di vetro. Il dissesto economico del Comune è sicuramente figlio delle amministrazioni del centrosinistra.
«Gli errori ci sono stati e questo è indubbio. Mi permetto però di dire che questa amministrazione ha dovuto far fronte alla pesante eredità di 25 milioni e va bene. Ma ci sono 7 milioni di disavanzo fatto da questa amministrazione non dalle precedenti».
Sa che ci sono opinioni diverse sull’argomento, ma il suo cavallo di battaglia in questa campagna elettorale è stato la sanità.
«Non è il cavallo di battaglia del candidato Kenny. È piuttosto la constatazione che il cittadino Kenny ha dovuto fare quando i suoi familiari hanno avuto bisogno del Pronto soccorso: file incredibili e barelle in corsia, con pazienti, soprattutto anziani che non trovavano posto nei reparti. Ho contato 14 malati. Una signora mi ha raccontato che era lì da ore senza aver avuto neanche un analgesico. Non sto a dire delle liste d’attesa per le prestazioni. È una sanità a livelli di inefficienza impressionante, nonostante la buona volontà degli operatori. E mentre qui promettono l’ospedale nuovo che non arriva, c’è invece sempre l’idea che si potrebbe fare un’Azienda ospedaliera unica tra Perugia e Terni, con le decisioni prese ovviamente a Perugia».
Quale programma per la sicurezza?
«Noi pensiamo che sia una questione da affrontare con urgenza ma intendiamo partire dal centro che si spopola, dai negozi chiusi. È necessario incidere sulla qualità urbana».
Le priorità della sua lista.
«Vogliamo una Terni più giusta e solidale, una Terni dei diritti, ma anche una città dove accanto alla sostenibilità sociale, che è anche benessere, ci sia una sostenibilità ambientale. E qui sarà molto importante, nei prossimi anni, una politica energetica adeguata. Poi il lavoro».
È un momento delicato per la città: Ast aspetta l’Accordo di programma, Novamont il programma del suo nuovo proprietario (Eni) e Treofan un futuro qualsivoglia.
«Noi faremo tutto il possibile perché l’Accordo di programma si faccia in tempi brevi, staremo a fianco dei lavoratori di Novamont, ma ci teniamo tanto a dire che è inammissibile quello che sta succedendo con Treofan. Terni non può fare a meno di questa importante e storica presenza industriale. E’ inammissibile quel che è successo finora».
Sa cosa dice qualcuno professor Kenny? Che lei è una gran brava persona e un bravo professore. Ma non ce la vedono a fare il duro mestiere di sindaco.
Sorride: «Chi lo dice non sa quanto si sbaglia. Non avrei avuto i risultati che ho avuto all’Università col mio gruppo di ricerca. Anzi dico che Terni potrà contare sulla mia determinazione. Se sarà necessario, anche cattiveria».
E garantisce per lui il «Vergogna» gridato al dibattito dei Rotary, quando l’avversario Masselli ha buttato nella mischia del dibattito il fatto che ci fossero candidati a sindaco «nati in Sudamerica o a Livorno». Che grinta.

Terni città del Giro d’Italia. In sella anche le bellezze paesaggistiche del territorio

Maltempo, diluvio nel Perugino: il torrente si ingrossa e fa paura