TERNI – Nel pomeriggio di sabato 13 maggio l’allarme è rientrato. I 129 seggi del Comune di Terni si sono regolarmente insediati senza ricorrere a precettazioni o misure d’urgenza. Nei giorni scorsi si era diffusa la voce di un trend pericoloso per quanto riguarda le rinunce degli scrutatori già designati da Palazzo Spada e dei presidenti nominati dalla Corte d’Appello di Perugia.
Ma alla fine, per i presidenti ci sono state solo 6 rinunce e per gli scrutatori non si è andati oltre le trenta dimissioni. Su 129 seggi che vedono ognuno un presidente e quattro scrutatori, si tratta di percentuali minime.
Il campanello di allarme era scattato nelle giornate di giovedì e venerdì, quando effettivamente sono arrivate a Palazzo Spada una ventina di defezioni. Nulla a che vedere con quanto accaduto appena qualche mese fa in alcune zone d’Italia per le politiche di settembre 2022. In alcune circostanze era stato necessario l’intervento della Prefettura e delle autorità di Governo ,che avevano dovuto precettare decine di dipendenti pubblici per sostituire i rinunciatari. Invece a Terni il senso civico ha prevalso, nonostante gli importi decisamente modesti – poco più di cento euro – a fronte di un impegno prolungato per la giornata di lunedì, comprese le operazioni di spoglio. Operazioni che si annunciano non semplici, in quanto le variabili sono numerose: vanno conteggiate le preferenze dei quasi 600 candidati al consiglio comunale e costituisce un elemento di difficoltà il voto disgiunto che l’elettore può esercitare alle comunali. E’ possibile infatti votare per una lista ed indicare un candidato a sindaco di un altro raggruppamento di liste.