DI ARIANNA SORRENTINO
PERUGIA – Anche nel capoluogo umbro gli studenti sono scesi in piazza per denunciare la grave crisi abitativa che è tornata in questi giorni all’attenzione della cronaca nazionale. Gli studenti, a causa del caro affitti e a causa dell’indisponibilità degli alloggi per studenti erogati dalle agenzie per il diritto allo studio regionale vivono anche in Umbria la crisi: non trovano casa. E non trovare casa, significa «non poter accedere alla carriera universitaria».
Con sole e arcobaleno sarebbe stato più semplice, e invece i giovani universitari hanno sfidato pioggia e vento e nel pomeriggio di giovedì 11 maggio hanno aperto le tende proprio sotto il palazzo della Regione in piazza Italia per chiedere di essere ascoltati. «Noi chiediamo che le istituzioni locali, in primis, la Regione ma anche il Comune, mettano in campo dei finanziamenti e ascoltino le nostre proposte che risolverebbero il problema – dice Nicholas Radicchi, coordinatore della Sinistra Universitaria che ha organizzato la mobilitazione – ora sta a loro». La crisi abitativa aveva colpito pesantemente Perugia ad inizio anno accademico: poche le abitazioni disponibili, e spesso, quando si ha avuto la fortuna di trovarle, i giovani hanno dovuto far i conti con prezzi alle stelle e contratti vessatori. «In questi mesi hanno messo una toppa al problema che comunque non è risolutiva: hanno trovato una settantina di posti letto all’Ottagono, a Fontivegge, ma siccome gli idonei non beneficiari del posto letto erano più di 600 e con il trend positivo all’Unipg e all’UnistraPg saranno ancora di più l’anno prossimo, i 70 posti sono assolutamente insufficienti». Infatti le strutture messe a disposizione dall’Adisu – agenzia per il diritto allo studio – coprono 969 posti a fronte dei 1700 che ne hanno diritto: circa il 40% in meno rispetto al periodo pre pandemico. Quindi, anche gli idonei non beneficiari insieme al resto dei fuori sede, devono rivolgersi ai privati per trovare un alloggio adeguato alle loro esigenze. Offerta limitata anche perché i proprietari di immobili preferiscono affittare a turisti tramite piattaforme online: appare molto più conveniente a livello economico e gravato da minori rischi.
Cosa si potrebbe fare concretamente per iniziare a risolvere la questione affitti? «Innanzitutto si devono riutilizzare tutti quei locali sfitti che ha la Regione, il Comune. Oppure attivarsi per trovare dei luoghi che possano essere adibiti a collegi universitari. E poi, sicuramente, investire in nuove strutture. Questo, però, la Regione non l’ha minimamente espresso», ha concluso Nicholas Radicchi. E quindi ora si resta in attesa di risposte. Sperando che ci sia qualcuno che possa essere davvero dalla parte dei giovani, che creda in loro e investa nella giusta direzione per il loro futuro.






