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Tutti in fila al parco di Rignaldello per salutare i sette cigni di mamma Gisella

Le raccomandazioni dei gestori dell’area verde per salvaguardare la salute dei piccoli

R.P.

CITTÀ DI CASTELLO (Perugia) – Selfie e scatti fotografici al parco di Rignaldello, per ammirare i prodigi della natura dopo la nascita – quindici giorni fa – di sette cigni, numero record, messi al mondo da mamma Gisella. Uno fra i parti più numerosi da quando i cigni da oltre trent’anni popolano il laghetto a pochi passi dal centro storico di Città di Castello e dal genio di Alberto Burri, nei vicini ex-seccatoi del Tabacco che custodiscono le opere del maestro.

Il sole e l’inizio delle belle giornate hanno contribuito al ripetersi del suggestivo rituale divenuto appuntamento immancabile per i bambini che con i genitori e i nonni frequentano l’area verde attrezzata, affettuosamente chiamata “parco dei cigni”. Ora però, visto il continuo afflusso di persone, fra cui turisti, appassionati e amanti della natura provenienti anche da fuori regione, gli sforzi dei gestori del parco, a cominciare dal consigliere dell’Arci Caccia Alberto Alunni, che da sempre si prende cura dei cigni, sono concentrati in particolar modo ad invitare tutti coloro che frequentano l’area verde e i laghetti, ad evitare di dare da mangiare ai cigni, con polpa di pane. «Siamo orgogliosi di essere i custodi di quest’area verde, che proprio nei cigni ha il suo simbolo e che insieme al Comune cerchiamo di mantenere e rendere sempre nelle migliori condizioni, a disposizione dei tanti cittadini, soprattutto famiglie con bambini e turisti che quotidianamente la frequentano spesso proprio dopo aver ammirato le opere del maestro Burri nel vicino museo», conclude il consigliere Caccia, associazione che gestisce in convenzione da oltre vent’anni il parco. «La raccomandazione che rivolgo a tutti coloro che da giorni vengono al parco dimostrando grande affetto per i piccoli cigni, è di non gettare più il pane in acqua, perché è nocivo soprattutto per loro che sono nati da poco: se vogliamo bene ai nuovi arrivati, vanno benissimo verdura e un po’ di mais». La nascita di altri sette cigni ha rinnovato la tradizione consolidata del parco di Rignaldello. Il primo abitante si chiamava Checco: il cigno mascotte del parco, morto tre anni fa, venne portato nell’area verde dopo essere stato rinvenuto ferito lungo la superstrada E45. 

IL PARCO DEI CIGNI

Situato lungo la sponda sinistra del fiume Tevere, nei pressi del quartiere di Rignaldello, appena fuori le mura della città, è stato realizzato dall’amministrazione comunale negli anni ’90 sotto la progettazione e la direzione del dottor Marco Bani, biologo, ambientalista, oltre che speleologo. Nell’ambito della riqualificazione dell’asta del Tevere da parte del comune di Città di Castello, il parco ambientale di Rignaldello nel 2016 è stato interessato da un profondo restyling del lago, dell’area attrezzata per il gioco, dei percorsi, degli spazi verdi e degli ingressi. Un impianto di fitodepurazione garantisce la filtrazione e, dunque, la pulizia delle acque del lago, dove vivono cigni, ma anche specie migratorie, come germani, pesci d’acqua dolce e tartarughe. L’area offre anche la possibilità di fare esperienze ambientali, grazie a cinque aree tematiche (percorso sensoriale, lettini aromatici, accampamento indiano, area lettura e percorso per la caccia alle impronte) e un centro servizi con materiale informativo e pubblicazioni a carattere divulgativo per scuole, associazioni e turisti.

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